Uno dei patrimoni più importanti della nostra Penisola è la sua "natura". Grazie alla sua caratterisatica forma allungata, l'Italia vanta una formidabile ricchezza di ecosistemi differenti, che vanno dai laghi vulcanici alle piccole isole, dai grandi ghiacciai alle steppe predesertiche fino ai palmeti della Sicilia e della Sardegna.
Il nostro Paese ospita infatti circa 68.000 specie di piante e animali: il 43% di quelle descritte in tutta Europa e il 4% di quelle dell'intero pianeta. Un paradiso di biodiversità al quale negli ultimi anni spetta però anche un record negativo, quello delle specie a rischio. Il maggior numero di animali e piante minacciati di estinzione, il 35% di flora e fauna d'Europa, si trova proprio nell'area del Mediterraneo e in particolare lungo lo stivale.

Il Forestale, pubblicazione del Corpo forestale dello Stato da cui sono tratti questi dati, denuncia la perdita di biodiversità come un'emergenza su cui è necessario intervenire con misure di conservazione a livello normativo, che promuovano azioni di tutela - attraverso il monitoraggio continuo delle specie a rischio - e pratiche di gestione del territorio più appropriate. Sono molte le specie che oggi godono di particolari misure di salvaguardia o vengono tutelate da convenzioni internazionali: specie che un tempo venivano considerate nocive come il lupo, la lontra, il gufo reale, l'aquila, l'orso.
Sono tuttavia ancora di più le specie minacciate che non vengono protette da nessuna Legge. Ne sono un esempio, tra gli insetti, il macaone sardo (Papilio hospiton), una farfalla che vive solo in Sardegna e in Corsica, che viene minacciata dai tanti incendi che distruggono le ombrellifere di cui si nutre, o la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), che si riproduce nei ruscelli a sud del Volturno.


Tra gli anfibi, l'ululone dal ventre giallo dell'Appennino (Bombina variegata), colpito da una malattia fungina che decima gli anfibi di tutto il mondo, mentre sembra definitivamente estinta la meravigliosa lucertola azzurra (Podarcis sicula coerulea), che viveva esclusivamente sui faraglioni di Capri.
Tra i pesci marini da tutelare vi è anche il grande squalo bianco (Carciarodon carcharias): il predatore per eccellenza, che pare si riproduca nel canale di Sicilia, deve lottare contro il pericolo più grande, l'estinzione.
L'elenco è lungo ma si può sintetizzare così: l'Italia vede a rischio estinzione il 28% delle specie animali vertebrate, 138 terrestri e 23 marine, a fronte di un patrimonio di 672 specie (fonte: IUCN, 2013).

Analogo discorso per la flora: l'Italia è un hot spot di biodiversità a livello mondiale, con una flora molto ricca in specie, molte delle quali endemiche - ossia tipiche del nostro Paese.
Purtroppo anche la biodiversità vegetale è fortemente minacciata dai cambiamenti ambientali provocati dalle dinamiche socio-economiche e di utilizzo del suolo.
In generale, le principali cause di riduzione della biodiversità sono i cambiamenti climatici, l'introduzione di specie aliene, il sovrasfruttamento e l'uso non sostenibile delle risorse naturali, le fonti inquinanti, la perdita degli habitat, gli incendi boschivi, il bracconaggio... Cause e concause che tendono ad aggravarsi nonostante l'Italia sia tra i primi firmatari della Convenzione sulla diversità biologica.
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