Muore in California il geofisico americano Charles Richter che negli anni Trenta aveva inventato la “scala delle magnitudini” per misurare l’intensità dei terremoti. Fino alla sua invenzione i terremoti erano misurati solo attraverso la scala Mercalli che si basa sull’osservazione dei danni visibili: se ci sono lievi danneggiamenti alle costruzioni il sisma può andare fino al quarto grado; al sesto e settimo cominciano a spostarsi i mobili e suonano le campane; dall’ottavo in poi i danni anche alle persone sono sempre più gravi fino alla distruzione totale registrata nel dodicesimo grado (l’ultimo della scala).
Nella scala Richter invece, il principale strumento di misurazione è il sismografo che misura l’energia sprigionata da un terremoto attraverso l’accelerazione delle onde magnetiche.
Il terremoto più intenso che mai si sia registrato avvenne in Cile nel 1960, con un’intensità di 8,3 gradi della Scala Richter (superiore al dodicesimo della scala Mercalli): colpì una zona scarsamente abitati e i morti furono 2000 persone, i feriti circa 3000.