Una data certa per tre fossili; i primi veri crani di uomo.
Uno dei tre crani di uomo moderno scoperti in Etiopia. © Tim White |
Insieme ai crani sono stati trovati resti di molti altri animali, che costituivano un ecosistema non molto diverso da quelli africani odierni; c'erano antilopi del genere Kobus, ippopotami, zebre e gnu.
L'ambiente in cui vivevano i nostri antenati (che sono stati classificati in una sottospecie a parte, Homo sapiens idaltu) era quindi un misto di savana (dove vivevano gnu e zebre) e di ambiente lacustre, luogo ricco di ippopotami.
Grosse prede. Proprio ippopotami e altri animali erano le prede preferite degli ominidi che vivevano in Etiopia 600.000 anni fa. Molte sono state infatti le lame e altri strumenti di pietra rinvenute sul posto. Gli scopritori pensano che gli uomini non uccidessero direttamente le prede, ma approfittassero delle carcasse di animali morti o uccisi da altri predatori come i leoni.
Le anime morte. I tre crani umani trovati nel corso degli anni nella valle sono di due adulti e un giovane, e tutti hanno i segni di modifiche avvenute dopo la morte. Ci sono segni di taglio per staccare la carne dalle ossa, oppure graffi che testimoniano il tentativo di “pulire” il cranio dai residui di pelle. Per questo gli autori pensano che i tre crani siano stati sottoposti a preparazione prima della sepoltura; uno dei segni più chiari di nascita della cultura e di un moderno Homo sapiens.
Un'ultima annotazione fa presente che questi uomini anatomicamente moderni sono precedenti al più antico di neanderthaliani, e che quindi questi robusti ominidi europei non possono essere, e questa è una conferma, nostri antenati o parenti.
(Notizia aggiornata al 12 giugno 2003)