Studiare come si rompono le uova è un ottimo modello per capire le dinamiche delle esplosioni.
L'ennesima immagine del suolo marziano? No, è un gusco d'uovo rotto ripreso al microscopio elettronico. |
Questa ricerca è una frittata. Per giungere a questa conclusione gli studiosi hanno compiuto una serie di esperimenti provocando artificialmente delle esplosioni. Raccolti tutti i frammenti, ne hanno misurato le diverse dimensioni mettendole poi in relazione con la pressione a cui il guscio era stato sottoposto.
Ripetendo su più uova la stessa operazione con pressioni sempre diverse, gli studiosi sono riusciti a determinare il tipo di relazione che si instaura tra la pressione e i pezzi di guscio. All'aumentare della pressione aumentava anche il numero di frammenti ma ne diminuisce la grandezza. Dallo studio è emerso che si può calcolare, attraverso un'equazione, il numero e la grandezza di ogni frammento che si forma quando un oggetto esplode. Questa formula può essere utilizzata non solo per il guscio di un uovo, ma anche per sapere, ad esempio, in quante parti si è diviso un aereo dopo un'esplosione o, ancora, può tornare utile agli archeologi per determinare in quanti pezzi un oggetto può essersi diviso. E tutto grazie a un semplice uovo!
(Notizia aggiornata al 5 marzo 2004)