Più di 28.000 specie di piante di tutto il mondo possono avere effetti benefici sulla nostra salute, ma la scarsità di documentazione scientifica non permette di ottenere i migliori risultati possibili. I ricercatori dei Royal Botanic Gardens (Kew Gardens) di Londra hanno da poco pubblicato sul sito dell'istituzione la seconda edizione del loro State of the World's Plants, dove si scopre che le piante utili in medicina sono 28.187, e che "certamente non sono tutte quelle esistenti".
Giusto per fare qualche esempio, nel solo 2016 sono state identificate sei viti rampicanti che sembrano molto promettenti per combattere il Parkinson. Monique Simmond, vicedirettore dei Kew Gardens, afferma che «il rapporto mette in evidenza il potenziale di alcune piante contro malattie come il diabete e la malaria».
In particolare, si sottolinea nel rapporto, l’artemisinina e la chinina sono “tra le armi più importanti” per combattere la malaria, che solo nel 2015 ha ucciso più di 400.000 persone.
Purtroppo però solo il 16 per cento delle piante è citato nelle pubblicazioni ufficiali per uso medico: la scarsa diffusione delle informazioni limita la possibilità di utilizzarle al meglio. Per fare il punto sulle piante medicali hanno lavorato all'edizione 2017 del rapporto ben 128 ricercatori di 12 Paesi, che sul campo hanno anche potuto scoprire 1.730 nuove specie vegetali.
Il rapporto mette in luce il pericolo della scomparsa di alcune piante importanti (anche medicali) in quanto, si legge, "ogni anno vengono bruciati 340 milioni di ettari di terreni coperti da verde". Si parla anche di salute delle piante: la diffusione globale di parassiti invasivi potrebbe costare al mondo qualcosa come 490 miliardi di euro, oltre alla perdita di biodiversità, di opportunità per la medicina e, per finire, anche di vite umane - a causa delle carestie.