Una serie di brontolii che arrivano dall'interno del ghiacciaio islandese Vatnajökull fa pensare che il vulcano nascosto dalla sua cappa di ghiaccio sia pronto a eruttare di nuovo. Il Bardarbunga, lo stratovulcano subglaciale responsabile dei tremori, è un sorvegliato speciale dei geologi di tutta Europa, dopo che una sua eruzione da record tra il 2014 e il 2015 aveva creato, in diretta, la caldera più grande mai studiata finora.
Secondo Páll Einarsson, geologo dell'Università dell'Islanda, i terremoti sono il sintomo di un progressivo accumulo di pressione nella sua camera magmatica, e non il segnale di un'eruzione imminente, che potrebbe aver luogo entro una manciata di anni.
Irrequieto. Il Bardarbunga ha ricominciato a tremare già a febbraio del 2015, poco dopo la fine dell'ultimo evento eruttivo. Prima del risveglio vero e proprio, comunque, si erano registrate 1.600 mini-eruzioni nell'arco di 48 ore - la riprova (affermano gli scienziati) che gli sporadici sismi di questi giorni non sono ancora un segnale allarmante.
Minori disagi. In ogni caso l'eruzione non dovrebbe avere gli stessi catastrofici effetti di quella dell'Eyjafjallajökull, un altro vulcano subglaciale islandese dal nome impronunciabile che nel 2010 mise in ginocchio il traffico aereo europeo. Oltre al Bardarbunga, altri 3 vulcani islandesi si stanno manifestando con tremori: il Grímsvötn, l'Hekla e il Katla - quest'ultimo è considerato il più pericoloso di tutti, per l'intensità delle sue eruzioni. Al momento tutti e quattro sono ancora considerati in condizioni "normali e non eruttive" dai codici per l'aviazione civile.