Scienze

Inquinamento e mutazioni

L'inquinamento danneggia le cellule che producono gli spermatozoi, e passa da una generazione all'altra.

Inquinamento e mutazioni
L'inquinamento danneggia le cellule che producono gli spermatozoi, e passa da una generazione all'altra.

La produzione di spermatozoi (in viola), all'interno di un testicolo. Le cellule sessuali maschili che formano gli spermatozoi sono quelle più a rischio di mutazioni genetiche dovute all'inquinamento.
La produzione di spermatozoi (in viola), all'interno di un testicolo. Le cellule sessuali maschili che formano gli spermatozoi sono quelle più a rischio di mutazioni genetiche dovute all'inquinamento.

Che l'inquinamento non faccia bene alla salute lo si sapeva, ma si pensava che fosse limitato agli organismi che lo subivano. Uno studio canadese mette in dubbio anche questa (relativa) certezza. Basandosi su una precedente ricerca, che aveva accertato, in gabbiani che vivevano accanto alle acciaierie, la presenza di mutazioni nelle cellule germinali (quindi trasmissibili alle generazioni successive), i ricercatori hanno allevato per qualche mese alcuni gruppi di topini sottovento rispetto a un'acciaieria. Dopo qualche mese di esposizione, sono stati controllati i topi originali e la loro prole. Confrontandoli poi con altri topi che vivevano a una distanza di 30 chilometri, ci si è accorti che i topi investiti dalle esalazioni avevano un tasso di mutazioni (nelle cellule germinali) molto più elevato degli altri.
Importante risultato. Lo studio trae dalla ricerca una conclusione importante: il Dna dei topi sottoposti all'aria inquinata era più “carico” di mutazioni di quanto non fosse il Dna dei topi “campagnoli”, e quindi le esalazioni delle acciaierie sono cariche di sostanze che possono colpire anche il Dna delle cellule sessuali, passando in questo modo le mutazioni negative anche alle generazioni successive. In particolare sembra accertato che le cellule più colpite siano quelle che formano gli spermatozoi, le cellule sessuali maschili. L'inquinamento quindi non si ferma alla generazione colpita, ma passa dal padre alla prole.

(Notizia aggiornata al 27 dicembre 2002)

20 dicembre 2002
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