Il sistema di precrimine di Minority Report è solo fiction? Sbagliato. Nella realtà non ci sono i “precog” immersi nella vasca a prevedere i comportamenti futuri, ma strumenti che passano al setaccio le attività sui social per inchiodarti come “violento”. E addio posto di lavoro…
“Gli uffici del personale sfruttano le informazioni online per stilare l’identikit dei candidati”
Privacy a rischio - Eric Schmidt, boss di Google, se n’era uscito poco più di un mese fa con un’affermazione shock sull’uso dei social network da parte dei giovani: «un giorno potrebbero essere costretti a cambiare nome per sfuggire a un passato imbarazzante su Facebook e co.» E poco dopo gli fa eco la Germania, sempre molto attenta alla privacy dei suoi cittadini, che vorrebbe proibire le ricerche di informazioni sui dipendenti tramite Facebook.
Voglio scendere! – L’oblio sul web, lo sappiamo ormai tutti, non esiste. Chi vuole sapere qualcosa su qualcuno, apre Google e fa ricerche. Ci sono aziende che lo fanno di mestiere per conto degli uffici del personale, come la startup californiana “Social Intelligence”. Si tratta di una sorta di “previsione del comportamento”, con un occhio di riguardo all’indole violenta, stilata attraverso l’analisi dell’attività online. Una sorta di “precrimine” come nel film Minority Report, solo che qui c’è in gioco un posto di lavoro che potrebbe saltare a causa di qualche bravata pubblicata online dopo aver alzato un po’ il gomito una sera.
Identikit accurati -Social Intelligence usa dei sistemi automatizzati per passare al setaccio Facebook, Twitter, Flickr, YouTube, LinkedIn, blog e centinaia di alter fonti alla ricerca di indizi utili per stilare il profilo di un candidato in sole 48 ore. E visto che gli strumenti di investigazione non mancano, propone anche monitoraggi costanti sui dipendenti. Social Intelligence assicura identikit accurati, senza però tirare in ballo informazioni super sensibili come razza, religione, età e orientamento sessuale, anche perché sarebbe illegale. Dove andremo a finire?