Scienze

Entro pochi anni saremo immortali: parola di futurologo

Secondo il futurologo Kurzweil entro pochi anni saremo immortali, grazie a genetica e nanotecnologia. Perché le macchine diventino più intelligenti di noi, invece, dovremo aspettare il 2045.

Tra le tematiche di discussione preferite dei futurologi vi sono l'immortalità umana e l'evoluzione dell'intelligenza artificiale: c'è chi immagina l'avvento dei postumani, esseri artificiali molto avanzati con i quali convivremo di qui a un milione di anni, e chi invece guarda a un futuro molto più prossimo, come Raymond Kurzweil, che ipotizza che la singolarità tecnologica arriverà già nel 2045. Ma di cosa si tratta, e come influenzerà le nostre vite?

Singolarità. In futurologia si parla di singolarità per indicare il momento in cui il progresso tecnologico accelererà oltre la capacità di comprensione e previsione degli esseri umani, dando vita a esseri artificiali "indipendenti". «La data nella mia mente è molto chiara: la singolarità trasformerà in modo profondo e rivoluzionario le capacità umane nel 2045», dichiara Kurzweil.

Sei epoche. Kurzweil divide l'evoluzione del tempo in sei epoche, ognuna basata su quella precedente: le quattro epoche che abbiamo già vissuto fino ad ora sono quella della fisica, della chimica, della biologia e il DNA, e del cervello e la tecnologia. La quinta epoca, la prossima, sarà quella della singolarità, che vedrà la fusione tra tecnologia e intelligenza umana.

Immortali tra pochi anni. A inaugurare l'epoca della singolarità vi saranno diverse rivoluzioni in campo genetico, nanotecnologico e robotico. Ed è a questo punto che Kurzweil parla anche di immortalità umana: grazie alla tecnologia genetica, sostiene, sarà possibile mantenere vivo il nostro corpo per un tempo indefinito, invertire l'invecchiamento, curare il cancro, i problemi cardiaci e altre malattie. Ad aiutare ci saranno anche le nanotecnologie, la seconda rivoluzione dell'epoca della singolarità; infine la rivoluzione in campo robotico sarà fondamentale per sviluppare delle macchine che avranno un'intelligenza pari o superiore a quella umana. Tutto questo avverrà in tempi molto brevi: «Entro il 2030 saremo in grado di aumentare l'aspettativa di vita di oltre un anno ogni anno», spiega il futurologo.

Scenari fantascientifici. Nell'epoca della singolarità, la vita umana verrà quindi irrimediabilmente trasformata e i limiti dei nostri corpi verranno superati. Le macchine saranno umane, anche se non in senso biologico: quando l'intelligenza non-biologica prevarrà, vi saranno cambiamenti radicali nel modo in cui gli umani impareranno, lavoreranno, giocheranno e faranno la guerra. Dei nanorobot ci permetteranno di mangiare senza ingrassare, ci forniranno energia a sufficienza, sconfiggeranno infezioni e malattie, sostituiranno i nostri organi biologici e miglioreranno le capacità del cervello.

In pratica, diventeremo dei cyborg.

Previsioni affidabili? Tutto molto interessante e – a tratti – inquietante, ma quanto c'è da fidarsi delle previsioni di Kurzweil? Guardando alla veridicità di quanto previsto dal futurologo in precedenza, abbastanza (anche se qualche granchio l'ha preso pure lui). Nel 1990 aveva previsto correttamente che entro il 2000 un computer avrebbe sconfitto un campione di scacchi umano in una partita, aveva previsto l'avvento di pc e smartphone portatili e il passaggio a una tecnologia senza fili, e anche l'esplosione di internet prima che fosse chiara a chiunque altro. In una revisione delle sue previsioni riguardo i vent'anni precedenti, che lui stesso ha pubblicato nel 2010, sostiene che, delle 147 previsioni fatte, 115 si sono rivelate interamente corrette, 12 essenzialmente corrette e solo 3 totalmente sbagliate. Una di quelle errate riguardava l'uso diffuso di veicoli a guida autonoma nel 2009. Ora non ci resta dunque che attendere per verificare se, da immortali, daremo ragione a Kurzweil.

19 marzo 2023 Chiara Guzzonato
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