Più preparato di un sommelier, più attento di un intenditore, dal Giappone arriva il robot dal “palato” sensibile capace di scoprire se quello che è scritto sull’etichetta è vero.
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Rosso, bianco o rosato. Amabile, fruttato o corposo. Un giorno le caratteristiche di un vino potrebbero essere elencate da un robot. |
Palato elettronico
Per funzionare, al sommelier-robot bastano solo cinque millilitri di vino da versare in un apposito contenitore. Alcuni diodi luminosi emettono quindi una luce infrarossa che colpisce il campione sotto esame mentre un sensore ottico analizza la luce riflessa. Il tutto viene elaborato da un microcomputer che, esaminando le lunghezze d’onda che il vino ha trattenuto, è in grado di identificare i componenti di 30 tra i più famosi vitigni. Dal momento che le combinazioni di questi componenti sono tipiche solo di alcune zone, l'assaggiatore-robot è anche in grado di determinare la provenienza del vino in esame.
Stop alle frodi
Alla base di questo curioso prototipo c’è un’esigenza ben precisa: quella di velocizzare e semplificare l’analisi del vino non tanto nei ristoranti e nelle enoteche quanto in fase di commercializzazione: le frodi a danno del buon vino sono infatti molto frequenti, ma le analisi attualmente svolte, che fanno uso tutte di palati umani, sono lunghe e complesse. Per il prossimo futuro Nec ha in previsione di estendere il numero di vini identificabili: un’evoluzione necessaria viste le diversissime sfumature di gusto dei vari vini presenti sul mercato.
(Notizia aggiornata al 31 luglio 2006)