Scienze

Il vaiolo ha solo pochi secoli di storia?

Dall'analisi del DNA della mummia di un bambino, i ricercatori ipotizzano che la malattia come l'abbiamo conosciuta non sia emersa prima della fine del Cinquecento.

Il vaiolo è stato per millenni una maledizione per l’umanità. Le cicatrici tipiche della malattia sono state riscontrate sulla mummia di un faraone egizio, e i resoconti storici parlano di epidemie che somigliano a quelle del vaiolo al tempo dei Romani, per esempio la peste antonina del 165 dopo Cristo, attribuita in realtà al vaiolo, e nella Cina del quarto secolo dopo Cristo. Questa almeno era la teoria fino a oggi. Una ricercatrice ipotizza che sia sbagliata, e che il vaiolo sia in realtà una malattia molto recente.

Scoperto per caso. I dubbi sono venuti analizzando i resti di mummie sepolte in una chiesa di Vilnius, in Lituania. Cercando DNA di un virus raro in un frammento di pelle di un bambino morto tra il 1643 e il 1665, sepolto nella cripta, Ana Duggan, studiosa di genetica evoluzionistica alla McMaster University di Hamilton, in Canada, ha trovato invece una grande quantità di materiale genetico del virus Variola, che provoca il vaiolo.

Questo campione risalente al Diciassettesimo secolo è il più antico identificato con certezza. Dopo aver ricostruito il genoma del virus estratto dal campione, la ricercatrice e il suo gruppo lo hanno paragonato al genoma di un’altra quarantina di ceppi del virus raccolti durante il Novecento, prima che - nel 1980 - la malattia fosse debellata in tutto il mondo grazie al vaccino.

Saperne di più - La realtà è sfuggente, ma con la tecnologia riusciamo a fissarla: vedi alcune straordinarie immagini, molto particolari, che mostrano ciò che pochi possono vedere. © Paul Brown, Robert Cheng Brown & Herbranson Imaging, Rebecca Fahrig, Christof Reinhart

Origini recenti. Guardando alle mutazioni nel genoma dei vari ceppi, che è un indice della loro storia evolutiva, i ricercatori hanno rilevato che il DNA virale della mummia mostrava molte mutazioni in comune con i campioni moderni, e questo suggerisce che possano essere piuttosto vicini nel tempo. Gli studiosi sono arrivati a ricostruire un albero genealogico con 49 ceppi moderni del virus e hanno tracciato l’origine di tutti, compreso quello che ha ucciso il bambino di Vilnius, fino a un antenato comune emerso solo tra la fine del Cinquecento e metà Seicento.

Domande senza risposta. Se così fosse, resta da capire quali sono le malattie che provocarono nel passato le epidemie attribuite dagli storici al vaiolo. Secondo alcune ipotesi, potrebbe essersi trattato di morbillo o varicella, malattie con sintomi simili, oppure di una forma meno aggressiva di virus del vaiolo, che si è poi estinta.

Un’altra domanda senza risposta è come il virus sia diventato verso il sedicesimo secolo mortale per gli umani. Una possibilità è che, come per altri virus, ci sia un serbatoio animale, e che a un certo punto il virus sia saltato dall’animale all’uomo.

Un’altra ancora è che il virus, già presente negli esseri umani, abbia subito una mutazione che lo ha reso più aggressivo e provocato una malattia con sintomi più gravi, quella che si calcola abbia ucciso 300 milioni di persone nel ventesimo secolo.

1 marzo 2017 Chiara Palmerini
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