Belle le applicazioni gratuite, vero? Non sborsi un centesimo e aggiungi un mucchio di nuove funzioni al tuo cellulare. Ti sei mai chiesto, però, se questi programmini non violino la tua privacy andando a curiosare tra le tue informazioni personali? Ecco i risultati di un interessante studio sulle apps per iPhone e Android.
“Lo studio ha analizzato 300mila applicazioni per iPhone e Android.”
Privacy a rischio – In occasione della conferenza Black Hat tenutasi a Las Vegas, Lookout - azienda specializzata in soluzioni per la sicurezza degli smartphone - ha reso noti i risultati dell’App Genome Project, uno studio che ha “vivisezionato” 300.000 applicazioni gratuite disponibili per iPhone e Android. Cos’ha scoperto? È saltato fuori che alcuni di questi programmi raccolgono di nascosto informazioni personali sugli utenti - come i loro contatti, le foto, gli sms, la cronologia del browser e la posizione rilevata dal Gps - per poi spedirle alle aziende senza alcuna notifica al proprietario del telefonino. Lascio immaginare a te le conseguenze se l’informazione su dove ti trovi arrivasse alle orecchie di qualche ladro high-tech. Per fortuna, almeno per il momento, le aziende “incriminate” usano questi dati solo per annoiarti con pubblicità mirata.
iPhone e Android – Lo studio, come accennato, ha preso di mira 300mila applicazioni per iPhone e Android. Nello specifico si è scoperto che il 33% dei programmi per iPhone analizzati è in grado di accedere alla nostra posizione tramite il Gps contro il 29% di quelli per Android, mentre i proprietari del melafonino rischiano maggiormente il “furto” dei contatti in rubrica (14%) rispetto ai possessori di un modello con sistema operativo Google (8%). Infine, le applicazioni gratuite per Android sono molto più interessate alla raccolta di informazioni per scopi pubblicitari (47%) rispetto a quelle sviluppate per il gioiellino di casa Apple. Lookout, però, tiene a precisare che molti dei problemi di sicurezza riscontrati dipendono da una cattiva programmazione e il codice non è inserito “volutamente” nell'applicazioni per intenti criminali. Anzi, alcuni programmatori, continua l’azienda, non sanno neanche cosa combinino le loro creature software, il che non è molto incoraggiante.