Alzi la mano chi non ha usato almeno una volta Google Translator. Adesso il poliglotta di Mountain View non solo traduce in una moltitudine di lingue, ma è anche andato a lezione di dizione per leggere (quasi) come un madrelingua nuovi idiomi.
“L’italiano fa già parte delle voci del “coro” da un paio di settimane.”
Sintesi vocale – In gergo si chiama “text to speech” ed è quella tecnologia di sintesi vocale in grado di leggere del testo scritto in formato elettronico. Non è una novità, ma la decisione di Google di aumentare il numero delle lingue lette dal suo traduttore è lodevole. Non solo per chi lo usa per migliorare una lingua straniera, ma soprattutto per chi può fare affidamento solo sul proprio udito. Si inserisce il testo da tradurre nell’apposita casella, si scelgono le lingue di partenza e di arrivo, ed ecco la traduzione. Basta poi un clic sull’icona a forma di altoparlante per farsi leggere la traduzione da una voce amica.
eSpeak – Così, dopo l’aggiunta dell’italiano (insieme al francese, tedesco, hindi e spagnolo) un paio di settimane fa, Google chiede aiuto a eSpeak, software di sintesi vocale gratuito e modificabile (open source), per aggiungerne molte altre ancora al suo “coro” poliglotta. Per chi fosse interessato, ecco l’elenco completo delle “new entry”: afrikaans, albanese, catalano, cinese (mandarino), croato, ceco, danese, olandese, finlandese, greco, ungherese, islandese, indonesiano, lettone, macedone, norvegese, polacco, portoghese, rumeno, russo, serbo, slovacco, swahili, svedese , turco, vietnamita e gallese.