La Cina ci riprova: dopo la recente conquista della Luna, Pechino vuole primeggiare nella fisica delle particelle, fino a oggi regno incontrastato di Europa e Stati Uniti.
Un team internazionale di scienziati sta infatti lavorando al progetto del più grande acceleratore mai costruito: un enorme anello sotterraneo lungo 52 km, quasi il doppio dell’LCH di Ginevra. Il nuovo impianto dovrebbe essere pronto per il 2028 e verrà realizzato alle porte della capitale cinese, presso le strutture del High Energy Physics (IHEP).
A caccia di record. La macchina non sarà solo enorme, ma anche super costosa: le prime stime, molto conservative, parlano di cifre vicine ai 3 miliardi di dollari.
Il governo cinese crede molto in questo progetto, che dovrebbe proiettare il paese ai vertici della ricerca scientifica: il super collider sarebbe infatti il primo a permettere scontri protone-protone all’interno dello stesso tunnel. Se andrà in porto con successo la Cina avrà anticipato di almeno 7 anni le più prestigiose istituzioni americane ed europee, che non prevedono di riuscire a costruire un acceleratore con queste caratteristiche prima del 2035.
Europa e Usa potrebbero a questo punto rinunciare ai loro progetti, tuttavia, stando alle indiscrezioni, la Cina sarebbe intenzionata a portare avanti da sola l'impresa, senza chiedere un dollaro di finanziamenti internazionali né offrire partecipazioni.
A che cosa serve. Un super collider di questo tipo - che se completato prenderà a LHC il primato di macchina più potente, costosa e complessa mai costruita - dovrebbe permettere ai fisici di studiare la materia più in profondità di quanto consente il circuito del Cern a Ginevra. Per la Cina si tratta di un vero e proprio salto mortale tecnologico e scientifico: il più grande acceleratore attualmente in funzione nel paese è lungo appena 240 metri e, dal punto di vista funzionale, una delle principali questioni da risolvere sarà quella di fornire all'acceleratore l'enorme quantità di energia di cui avrà bisogno.
ANCORA PIù GRANDE. Al di là delle questioni di prestigio, Yifang Wang, direttore dell'istituto di fisica delle alte energie di Pechino, comprende molto bene l'enormità dell'opera e arriva a dichiarare che se la Cina dovesse accogliere finanziamenti internazionali per il super collider si potrebbe addirittura pensare di espandere ulteriormente il progetto e di pensare a un acceleratore da 80 km. Un'impresa titanica.
In ogni caso i prossimi due anni saranno cruciali: verrà completata la fase di progetto e di valutazione tecnologica, e si finalizzerà anche il budget. Entro cinque anni, secondo Wang, verranno avviati i lavori.
Lineare vs circolare. C’è poi la concorrenza: la comunità internazionale sta lavorando da anni al progetto di un collider lineare (ILC), successore dell'LHC, in grado di lavorare a energie più alte di quello in studio cinese. Mancano ancora i fondi, e anche un Paese disposto a ospitarlo anche se il Giappone si è già fatto avanti.
«C’è il timore che il progetto della Cina possa deviare interessi e risorse», lamenta Brian Foster, responsabile del team di ricerca. E suggerisce alla Cina di abbandonare il proprio ambizioso progetto per entrare nel consorzio per l’ILC.