Che il terremoto in Giappone sia stato violento lo dice la Magnitudo: ben 7.5. Ma la prova più eclatante della forza di questo sisma riguarda lo spostamento del terreno: in alcuni punti si è sollevato anche di 4 metri e si è spostato lateralmente di oltre un metro.
Sempre sotto controllo. Il Giappone, tra i Paesi al mondo più colpiti da eventi sismici, è dotato di un efficiente sistema per monitorare quello che succede durante un terremoto, in particolare può eseguire misurazioni estremamente precise sull'evento. C'è una rete di stazioni GPS sparse in punti strategici in tutto il Paese che permettono agli scienziati di misurare quanto si è spostato ciascun punto, dando modo così, di ricostruire con precisione le deformazioni del paesaggio. Grazie a questo sistema, è stato misurato uno spostamento di 130 centimetri verso ovest dell'intera area colpita dal sisma. Si tratta di un valore molto alto e di conseguenza si stima che l'energia sviluppatasi per dare origine a un fenomeno di queste dimensioni sia stata gigantesca.
Dallo Spazio. I geologi hanno tenuto d'occhio il Giappone anche dallo Spazio, attraverso il confronto di immagini satellitari scattate prima e dopo il terremoto. Nel suo ultimo passaggio, il satellite ALOS-2 ha rilevato che la distanza tra sé e il suolo si era ridotta di circa 400 centimetri, proprio perché la superficie terrestre si era sollevata sotto la forza del terremoto. Il terreno si è spostato maggiormente sul versante occidentale della penisola di Noto. Al largo della costa, il fondale oceanico si è spostato generando onde di tsunami alte circa 80 centimetri.
Poche vittime. A causa di questo violentissimo sisma sono morte alcune decine di persone. Confrontando, però, questo evento con il terremoto di Magnitudo 7.8 che ha interessato Turchia e Siria tra il 5 e il 6 febbraio 2023 (i due eventi sono stati simili in termini di energia rilasciata) il bilancio delle vittime non è paragonabile: in Medio Oriente è salito oltre le 50mila persone. Quello che colpì Haiti nel 2010 con una Magnitudo inferiore, ossia 7.0 causò la perdita di oltre 100.000 persone. Come è possibile? La spiegazione è semplice: il segreto è nella prevenzione.
Perché il Giappone? L'isola si trova alla confluenza di quattro principali placche tettoniche. È una delle aree sismicamente più attive della Terra. All'interno di questo Paese si sviluppano circa il 20 per cento dei terremoti globali di Magnitudo 6.0 o superiore, e i sismometri registrano eventi sismici, in media ogni cinque minuti.
Il Giappone ha quindi investito molto per rendere resilienti le sue infrastrutture e la sua popolazione. I codici edilizi - le regole che guidano la costruzione - vengono applicati rigorosamente e i cittadini sono ben addestrati per affrontare i terremoti.
Sos. Il Giappone dispone anche di uno dei sistemi di allerta precoce più avanzati al mondo. Gli scienziati non possono prevedere i tempi e la portata di un evento, ma una volta che un terremoto si è scatenato si devono attivare una serie di strumenti per inviare messaggi alle reti televisive, radiofoniche e cellulari. Se un terremoto è molto forte gli avvertimenti raggiungono la popolazione intorno ai 10-20 secondi prima dell'arrivo di queste ultime. Potrebbe non sembrare molto tempo, ma è un preavviso sufficiente – per chi è ben addestrato -.per aprire una porta di fuga, per azionare i freni su un treno ad alta velocità e per consentire a tutti di "lasciarsi cadere, coprirsi e resistere".