Grazie alla sua portentosa memoria, Raymond - il protagonista del film Rain Man - fa vincere al tavolo verde il fratello Charlie. L'uomo, autistico, era dotato infatti di impressionanti abilità mnemoniche: era quello che la medicina del secolo scorso (quando si è cominciato a parlare di autismo) definiva "autistic savant", evoluzione del più popolare "idiot savant" (idiota sapiente). Una ricerca condotta da Albert Y. Hung, neurologo al Massachusetts General Hospital di Boston, ha svelato che cosa si nasconde dietro a questo fenomeno: è la mancanza di una speciale proteina, la Shank1, responsabile dei legami tra i neuroni, a condurre gli autistici a questo funzionamento alterato delle abilità cognitive. Il lavoro di Hang ha dimostrato che topi a cui i ricercatori avevano soppresso la proteina erano in grado di imparare con notevole facilità particolari compiti che richiedevano l'utilizzo della memoria spaziale. Esaminati a distanza di tempo, però, gli stessi roditori sembravano aver dimenticato tutto molto rapidamente. «Questi effetti opposti», spiega Hung, «ricordano proprio quello che succede agli autistici "sapienti", che hanno alcune aree cognitive disabilitate e altre iperattive.» [AP - Foto: Tom Cruise, a destra, e Dustin Hoffman, protagonisti di Rain Man, film di Barry Levinson del 1988.]