Per la prima volta un gruppo di ricercatori ha evidenziato l'esistenza di quello che si ritiene essere il più grande piano di faglia sulla Terra, che potrebbe spiegare l'abisso profondo oltre 7 chilometri in quella posizione dell'Oceano Pacifico.
Le faglie sono fratture nella crosta terrestre che, quando si muovono, possono provocare terremoti di varia intensità. Quella appena osservata si trova sotto il mar di Banda, in Indonesia orientale (a nord dell’Australia), all'interno dell'anello di fuoco, ossia quella fascia che fa da perimetro all'Oceano Pacifico, dove si verifica il 90% dei terremoti e si trova la maggior parte dei vulcani attivi.


Più grande della Lombardia. Da quasi un secolo i geologi conoscono quella profonda depressione del Pacifico, nei pressi delle isole Molucche, nota come Weber Deep, per la quale non si è finora trovata una spiegazione.
Adesso un gruppo di geologi della ANU (Australian National University, Canberra) e della Royal Holloway University (Londra) ha analizzato nuove mappe dei fondali di quella regione e ha scoperto che le rocce che li compongono sono letteralmente tagliate da centinaia di fratture parallele.
Successive simulazioni con modelli al computer hanno permesso di capire che c'è un'area grande come un decimo dell’Italia che è stata squarciata da una enorme faglia che ha creato quella profonda depressione sul fondo dell'oceano. Il fenomeno ha prodotto la più grande faglia mai rilevata sulla Terra, che i ricercatori hanno chiamato Banda Detachment (vedi lo schema qui sotto).
Terremoti e tsunami. Quando si forma, una faglia dà origine a due strutture: un piano di faglia, che è la superficie lungo la quale si muove la crosta terrestre, e una linea di faglia, ossia l'intersezione del piano di faglia con la superficie del terreno.
Molto raramente è possibile osservare un grande piano di faglia sulla superficie terrestre, perché di solito si trova all’interno della crosta. Nel mar di Banda è stato invece possibile e le simulazioni dei ricercatori hanno dimostrato che il piano di faglia della Banda Detachment ha una superficie di 60.000 km quadrati. «Le ipotesi che avevamo fatto prima di studiare nei dettagli i fondali marini dell’area ci sembravano inverosimili, pensavamo a un errore nelle simulazioni, ma quanto abbiamo poi rilevato sul fondale ha confermato le ipotesi», ha spiegato Jonathan Pownall, dell'ANU.
La scoperta aiuterà i geologi a formulare ipotesi più consistenti di quanto sia attualmente possibile sui movimenti di una delle regioni più attive del pianeta dal punto di vista tettonico e dove il rischio tsunami è sempre molto elevato.