Tempi duri per Facebook, almeno nella sua patria: l'America. Il sito social per eccellenza continua ad espandersi, ma sempre più utenti, sebbene innamorati del servizio che permette di stare in contatto con amici lontani e vicini, cominciano ad averne le tasche piene. Il punto focale è l'invasione della privacy.
“Privacy a rischio, colpa della nuova funzione >”
Interrogazioni parlamentari - Alcuni membri del Congresso degli Stati Uniti d'America hanno avviato indagini e interpellanze sul fenomeno web: il 12 Maggio il senatore democratico eletto nello stato di New York, Charles Schumer, ha incontrato il responsabile delle pubbliche relazioni di Facebook per discutere la politica del servizio relativa alla privacy degli utenti connessi al servizio. E anche il senatore dell'Alaska, Mark Begich, è preoccupato per le nuove funzioni che Facebook ha messo in campo. Come il nuovo servizio che compila guide di ristoranti e playlist musicali basandosi sulle informazioni inserite da ogni iscritto a Facebook e dai suoi amici.
Le nuove funzioni nell'occhio del mirino - Una delle ultime innovazioni del servizio, il bottone "like" che si può inserire su qualsiasi pagina Web, permette a ogni azienda privata di identificare un consumatore come un papabile cliente e di accedere alle sue informazioni personali. Se gli utenti non vogliono condividere tali informazioni, l'iter è abbastanza complesso: sul loro account di Facebook devono entrare nello specifico menu e cliccare una serie di box.
Database per i consumi - I senatori Begich e Schumer, con altri colleghi parlamentari, hanno scritto una lettera formale al patron del servizio, Mark Zuckerberg, per chiedergli di chiarire se le informazioni personali su cui si basa il servizio vengano o no commercialmente scambiate con altri siti e operatori commerciali. Infatti durante i suoi sei anni di vita, Facebook ha collezionato quello che pare sempre più come il più enorme database sui comportamenti e i gusti dei consumatori… di tutto il Mondo.