L'efficienza di un impianto fotovoltaico dipende dall'assenza di polvere e sporcizia sulla sua superficie. Tenerli puliti costa ma, grazie a una tecnologia “marziana”, i pannelli solari del futuro saranno auto-pulenti.
“La polvere viene spazzata via grazie a un passaggio di corrente elettrica”
Impresa di pulizia - È vero che i pannelli solari vengono installati un po' in tutte le latitudini del globo, ma i migliori risultati si ottengono in luoghi molto soleggiati e con scarse precipitazioni atmosferiche. Due componenti spesso associate a un mare di polvere. Il problema è che gli impianti fotovoltaici devono tassativamente rimanere puliti perché basta un settimo di oncia (28,35 grammi) di polvere per iarda quadrata (circa 26 metri quadrati) per diminuire la produzione di energia del 40 per cento.
Una spolverata e via - Quindi per tenere gli impianti fotovoltaici si spreca molta acqua preziosa. Gli scienziati dell'Università di Boston, però, hanno sviluppato un tipo di pannello solare - pensato in origine per i mezzi della Nasa in missione su Marte - in grado di “spolverarsi” da solo. Sulla superficie dei pannelli viene infatti applicato un materiale trasparente sensibile all'elettricità che, quando la polvere si deposita e raggiunge un determinato spessore, attiva un passaggio di corrente che crea un'onda in grado di sollevare e “spazzare” la sporcizia ai lati. Così i pannelli solari possono tornare tranquilli a godersi i raggi del sole.