L'informazione necessaria a costruire tutte le proteine presenti nel nostro corpo è scritta nelle molecole di Dna, che per ciascuno di noi sono più o meno tutte uguali tra loro. Ogni cellula ne ha una al suo interno. Messe in fila tutte insieme, le molecole di ciascun individuo sarebbero abbastanza lunghe da percorrere la distanza tra la Terra e il Sole (150 milioni di chilometri) avanti e indietro per ben 250 volte. Questo per dare un'idea, seppure sommaria, di quante volte l'informazione scritta nel nostro Dna venga replicata dal momento del concepimento fino alla vita adulta.
Ogni giorno avvengono milioni di repliche di Dna
dovute alla creazione di nuove cellule
Errori pericolosi. Durante i vari processi di replica è normale che qualcosa vada storto. Non solo: altre minacce per il Dna delle nostre cellule sono costituite dalle mutazioni casuali e da fattori esterni come i raggi ultravioletti del Sole e il fumo di sigaretta.
Migliaia di alterazioni avvengono ogni giorno nel genoma di una cellula.


Gli errori genetici indotti da tutti questi fattori, però, possono avere conseguenze devastanti per la salute, perché portano per esempio allo sviluppo di tumori. Se fossero lasciati inalterati, la nostra vita durerebbe ben poco.
I rimedi delle cellule. I premi Nobel di quest'anno sono stati assegnati allo svedese Tomas Lindahl, all'americano Paul Modrich e al turco-americano Aziz Sancar, per i loro studi nei meccanismi molecolari che consentono la riparazione del Dna all'interno delle cellule.
Tomas Lindahl, in particolare, è stato premiato per aver dimostrato che le alterazioni genetiche avvengono così frequentemente, mentre prima si riteneva che la molecola del Dna fosse stabile. Lindahl, inoltre, ha identificato un meccanismo molecolare, detto base excision repair, che consente di rimediare a questi errori.
Paul Modrich, invece, ha identificato il meccanismo del mismatch repair, per correggere gli errori che avvengono durante la divisione cellulare. Aziz Sancar, infine, ha scoperto il nucleotide excision repair, che ci protegge dai tumori alla pelle quando siamo esposti ai raggi ultravioletti.
Tutti insieme, questi meccanismi costituiscono quello che l'Accademia reale delle scienze svedese - che assegna il Nobel - ha definito un "toolbox", cioè la cassetta degli attrezzi che le cellule usano per proteggersi dai pericoli dell'instabilità genetica. E che sono importanti per gli scienziati nella lotta al cancro e all'invecchiamento.