Non è esagerato affermare che il corso del Nilo, che per milioni di anni ha reso fertili le pianure dell'Africa nord-orientale, abbia influenzato il corso della Storia: tuttavia, l'immutabilità del percorso di questo fiume è da tempo un vero mistero geologico. Per i corsi d'acqua con una lunga storia alle spalle, è naturale subire deviazioni nel loro tracciato. Se il Nilo si è mantenuto fedele alla "sua" via originaria, che lo conduce dall'Uganda e dall'Etiopia fino al Mediterraneo, è per merito di uno stabile "gradiente topografico", un'inclinazione costante del suolo che bagna alimentata dai movimenti nelle profondità del mantello terrestre.
È questa la conclusione di uno studio pubblicato su Nature Geoscience, che aggiunge che, senza questo motore invisibile a indirizzarne il corso, il Nilo avrebbe con il tempo deviato verso ovest, con buona pace delle antiche civiltà fiorite lungo le sue sponde. La ricerca coordinata da Claudio Faccenna, Professore presso il Dipartimento di Scienze Geologiche dell'Università di Roma Tre, si è svolta in collaborazione con le Università del Texas ad Austin, del Quebec, della Florida e di Milano-Bicocca, con la Geological Survey of Israel e con l'Università ebraica di Gerusalemme.
Sei volte più antico. Sull'evoluzione del Nilo esistono almeno due teorie contrapposte. Una vuole che la formazione dell'attuale bacino idrografico del fiume (l'area che raccoglie le acque da convogliare verso il corso principale) sia relativamente recente e risalga a 6 milioni di anni fa. L'altra, sostiene che fiumi provenienti dall'Etiopia e corrispondenti tra gli altri, all'attuale Nilo Azzurro, il maggiore affluente del Nilo, scorressero verso il Mediterraneo già prima del Terziario (un'era geologica che ha avuto inizio 65,5 milioni di anni fa). In base al nuovo studio, il bacino idrografico del Nilo risalirebbe a circa 30 milioni di anni fa, come ipotizzato da precedenti ricerche, e sarebbe rimasto stabile da allora.
Strada tracciata. Il merito di tanta costanza sarebbe da cercare in processi geologici di due tipi, entrambi connessi agli strati profondi del mantello terrestre. Uno di questi è una sorta di "nastro trasportatore" che sospinge roccia fusa verso la superficie in corrispondenza dell'Altopiano etiope: la risalita di materiale avrebbe generato questi rilievi attorno a 30 milioni di anni fa e li manterrebbe stabili da allora. L'altro è un processo di subsidenza, cioè di sprofondamento della crosta terrestre, in corrispondenza del Mediterraneo orientale. Si sarebbe così venuta a creare una sorta di naturale inclinazione del suolo da sud verso nord, che guida il Nilo su una sorta di "percorso obbligato" fino al Mediterraneo.
I ricercatori hanno elaborato questa teoria studiando le antiche rocce vulcaniche dell'altopiano etiope e confrontandole con i depositi di sedimenti sepolti sotto al delta del Nilo. Le osservazioni geologiche sono state poi verificate con simulazioni computerizzate sugli ultimi 40 milioni di anni di attività tettonica terrestre. I modelli hanno riprodotto gli stessi cambiamenti nel paesaggio del lungo Nilo che si vedono oggi. Questo tipo di studio potrebbe servire a chiarire la storia di altri importanti fiumi, come lo Yangtze in Cina, o il fiume Congo in Africa.