Se riuscite a leggere questa pagina è grazie al fatto che i vostri occhi funzionano ognuno per conto suo: destro e sinistro leggono differenti gruppi di lettere, e il tutto viene poi ricomposto dal cervello in parole di senso compiuto. È questa la scoperta di uno studio condotto da un team di ricerca inglese che ha svelato (almeno in parte) i misteri della lettura.
Ognuno va per conto suo... |
È almeno dalla fine dell'Ottocento che la scienza cerca di spiegare i meccanismi della lettura: come accade che quei segni neri chiamati "scrittura" vengano percepiti dagli occhi e decifrati dal cervello? E il tutto in poche frazioni di secondo. Oggi sappiamo che quando un adulto occidentale con buone capacità di lettura nella propria lingua madre si trova di fronte a un testo, i suoi occhi lo scansionano orizzontalmente riga per riga e da sinistra a destra, in un percorso definito a "saccadi e fissazioni". Il processo, del tutto automatico, è noto da tempo: i nostri occhi procedono "a salti" (saccadi) di circa sette/nove caratteri, soffermandosi per qualche frazione di secondo in più su alcuni punti-chiave corrispondenti in genere alle parole più importanti e più significative. Queste pause sono le fissazioni - normalmente della durata di 250/270 millisecondi - necessarie all'occhio per inquadrare le parole-chiave ponendole ogni volta in corrispondenza del centro della retina, dove si trova l'area più sensibile dell'occhio, la fovea.
Con la coda dell'occhio
La comprensione delle parole secondarie è affidata invece alla "visione parafoveale" (comunemente detta "coda dell'occhio") che entra in gioco durante le saccadi. Quello che si scopre oggi con questa ricerca è che, contrariamente a quanto si credeva, questo complesso processo non coinvolge contemporaneamente entrambi gli occhi. In pratica ogni occhio fa la sua lettura, fissandosi su certe parole e scavalcandone altre. È poi il cervello a ricomporre le due immagini e a ricostruire il senso del testo.
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Per studiare il fenomeno i ricercatori coordinati da Simon Liversedge dell'Università di Southampton (Regno Unito) hanno impiegato complessi strumenti di monitoraggio dei movimenti oculari. Speciali puntatori laser proiettavano raggi negli occhi di alcuni soggetti intenti a leggere mentre un altro strumento ne misurava la riflessione così da determinare con esattezza millimetrica su quali punti del testo i soggetti posavano gli occhi. Oltre a confermare alcune descrizioni, lo studio ha permesso di individuare le tre tipologie di movimento oculare coinvolte durante la lettura. Gli occhi infatti possono essere "allineati" (quando sono rivolti verso lo stesso punto del testo), "non incrociati" (quando sono rivolti verso due punti del testo, uno a sinistra e uno a destra) e "incrociati" (sono rivolti verso due punti diversi del testo, il sinistro a destra e il destro a sinistra).
Un aiuto ai dislessici
Gli sviluppi futuri di questo studio sono in ambito clinico. La ricerca potrà rivelarsi utile nelle terapie cognitive della dislessia, il disturbo dell'apprendimento del linguaggio caratterizzato da difficoltà di lettura e di scrittura. Secondo Liversedge, infatti, «la comprensione dei processi fisiologici alla base della lettura sarà fondamentale per sviluppare metodi di insegnamento specifici per bambini dislessici».
(Notizia aggiornata al 14 settembre 2007)