Quel che avviene all'interno del nostro pianeta è ancora in gran parte sconosciuto. Tutte le idee che ci siamo fatti derivano dallo studio delle onde sismiche che, attraversando la crosta terrestre, il mantello e il nucleo, si muovono a velocità differenti a seconda del materiale che incontrano e delle condizioni fisiche esistenti.
Questo tipo di ricerca ha portato a comprendere che, nel mantello, lo strato che va da poche decine di chilometri di profondità sotto la superficie terrestre fino a 2.900 chilometri, è in atto un movimento ciclico del materiale: quello molto caldo, che si trova vicino al nucleo esterno, risale fino alla crosta, dove si raffredda e ricade nelle profondità del pianeta. Questo movimento è la causa prima della tettonica delle zolle, ossia del movimento delle placche che formano la crosta terrestre.
10 volte più veloce? Ora un gruppo di scienziati della University of Cambdride, utilizzando oltre 2.100 misure ottenute dallo studio dinamico della crosta degli oceani, ha scoperto che le risalite di magma non sono rulli con un ordine di lunghezza di 10.000 chilometri, come si pensava finora, ma di non più di 1.000 chilometri. Se così è bisogna ripensare a come sia possibile che i fondali oceanici vengano sollevati e abbassati anche di 2 chilometri nell'arco di pochi milioni di anni, un fenomeno di cui si hanno prove certe.
Sistemi convettivi più piccoli di quel che si pensava non possono avere una tale influenza sui fondali oceanici.
Secondo i ricercatori britannici una possibile, nuova interpretazione deve riguardare la velocità con la quale il mantello più profondo sale verso la superficie e poi ricade nelle profondità: un fenomeno che probabilmente avviene a una velocità molto superiore a quella stimata finora.
Lo studio non dà valori di velocità, ma i ricercatori ritengono che deve essere almeno 10 volte superiore a quella finora stimata: se l'ipotesi troverà conferma, saranno molte le idee che guidano il meccanismo della tettonica delle zolle che dovranno essere ridiscusse.
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