Scienze

Il finissimo olfatto dei cellulari poliziotto

Un sistema montato sui telefonini portatili per intercettare i materiali radioattivi.

Il finissimo olfatto dei cellulari poliziotto
Un sistema montato sui telefonini portatili per intercettare i materiali radioattivi.

Un telefonino intelligente dal design non proprio entusiasmante, equipaggiato con un rilevatore di radioattività e un’unità GPS, permetterà alle forze dell’ordine di identificare depositi clandestini di materiale radioattivo. Nella foto, un cellulare normale ai raggi X.
Un telefonino intelligente dal design non proprio entusiasmante, equipaggiato con un rilevatore di radioattività e un’unità GPS, permetterà alle forze dell’ordine di identificare depositi clandestini di materiale radioattivo. Nella foto, un cellulare normale ai raggi X.

I cani poliziotto svolgono da tempo un ruolo chiave nella lotta al terrorismo. Il loro olfatto, impiegato con successo nella ricerca degli esplosivi, è però incapace di intercettare i materiali radioattivi utilizzati per la costruzione clandestina di armi nucleari.
Gli ingegneri del Lawrence Livermore National Laboratory, in California, hanno recentemente messo a punto un dispositivo in grado di aiutare le forze dell'ordine ad identificare i luoghi dove tali materiali vengono custoditi. Si tratta di un telefonino di ultima generazione, equipaggiato con un rilevatore di radiazioni e con un'unità GPS, che gli agenti portano con sé nello svolgimento delle normali attività sul territorio. Il rilevatore effettua un costante monitoraggio della radioattività della zona, mentre il GPS identifica le coordinate di ogni misurazione. Grazie a una connessione Internet, tutti i dati vengono inviati a una centrale operativa dove un apposito software riunisce tutte le letture, dando origine a una vera e propria mappa della radioattività, mediante la quale è possibile identificare depositi clandestini di materiale fissile.
Poca spesa, tanta resa. Obiettivo dei ricercatori era quello di mettere a punto un sistema di rilevazione affidabile ma dai costi accettabili, attorno ai 1000 dollari per unità. Il team californiano ha raggiunto lo scopo abbassando la qualità dei cristalli di cadmio zinco telluride (CZT), cuore del sistema di rilevazione. Quando un raggio gamma colpisce il CZT, una serie di elettroni viene scagliata fuori posto. Applicando una differenza di potenziale al cristallo, si crea una corrente elettrica, la cui intensità dipende dall'intensità del raggio gamma, e quindi dal tipo di materiale radioattivo che lo ha generato.
Duri e impuri. Il team del professor Craig è riuscito ad utilizzare cristalli di CZT non puri, fino a oggi ritenuti inadatti. Il cristallo è stato suddiviso in 64 zone, ciascuna delle quali agisce come un rilevatore indipendente. In fase di misurazione viene scartato il risultato fornito dalle zone impure del CZT. Utilizzando 4 di questi cristalli in ogni telefono si ottengono misurazioni sufficientemente precise.
I primi prototipi saranno operativi nel giro di tre mesi, e in un futuro più lontano, non è esclusa la possibilità di stringere accordi con un produttore di telefonini per la realizzazione dei dispositivi su larga scala.

(Notizia aggiornata al 10 dicembre 2004)

10 dicembre 2004
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