L'idea che utilizziamo soltanto il 10% del nostro cervello è un falso mito che affonda le sue origini nella dichiarazione dello scrittore e psicologo americano William James, secondo il quale sfruttiamo solo una piccola parte delle nostre risorse mentali e fisiche.
Di fatto, anche se in alcuni momenti della giornata (per esempio quando ci rilassiamo) le aree cerebrali attive sono una minoranza, nell’arco delle 24 ore ogni parte del cervello entra in azione. Persino nel sonno si accendono regioni come la corteccia prefrontale, sede dei processi decisionali, o le aree somatosensoriali che ci permettono di percepire l’ambiente circostante.
SERVE TUTTO. L’infondatezza di questo mito è evidente se si analizza il funzionamento del cervello. Che, per esempio, pur occupando solo il 3% del peso corporeo, utilizza ben il 20% di tutta l’energia introdotta con il cibo, per alimentare l’attività elettrica dei neuroni. Dal punto di vista evolutivo, inoltre, la selezione naturale sarebbe senz’altro intervenuta per eliminare il 90% di materia grigia inutilizzata.
Cervelli alla prova. Anche le prove sperimentali smentiscono il mito: le tecniche neurofsiologiche, che consentono di misurare l’attività elettrica dei singoli neuroni, non hanno mai visto un’area di inattività così estesa. Il rapporto 10 a 90 ha invece un senso se si considera la struttura del cervello, che è composto per il 90% da cellule gliali, la cui funzione è nutrire, sostenere e proteggere i neuroni, ma che non intervengono nei processi cognitivi.