La notizia arriva dal MIT, dove i ricercatori hanno sviluppato il primo impianto portatile di desalinizzazione dell’acqua, che funziona a energia solare.
“Un impianto portatile sviluppato dal MIT per fornire acqua nelle zona colpite dai disastri”
In caso di disastro – L’idea è di fornire un supporto nelle zone colpite da un qualche disastro naturale o climatico: alluvioni, tsnunami o terremoti. I ricercatori del “Field and Space Robotics Laboratory” (FSRL) del MIT prevedono che in quelle zone l’accesso all’acqua sia difficile e, come successo recentemente in Pakistan o ancora prima ad Haiti, la mancanza di acqua potabile non potrebbe che peggiorare la situazione.
Acqua potabile, subito – Gli studiosi del celebre MIT hanno quindi ideato e sviluppato un impianto portatile e autonomo, alimentato a energia solare, per consentire la desalinizzazione dell’acqua, in primis quella del mare, rendendola potabile. Il sistema ha un costo ridotto ed è facile da assemblare in poche ore, senza l’ausilio di tecnici specializzati.
Oggi non è possibile - Mentre i consueti sistemi per la desalinizzazione sono spesso di grosse dimensioni e necessitano di parecchia energia elettrica per funzionare. Questio che non sono proprio compatibili con tali situazioni di emergenza. In futuro un medesimo sistema potrebbe essere anche utilizzato nelle zone rurali del mondo, nei paesi in via di sviluppo e nelle aree desertiche.
Come funziona - Il sistema sviluppato dai ricercatori del MIT utilizza dei pannelli fotovoltaici che alimentano delle pompe ad alta pressione, con cui l’acqua marina viene pompata attraverso un filtro a membrana. Il sistema a energia solare è in grado di funzionare anche quando il cielo è oscurato dalle nubi e il suo computer, attraverso specifici algoritmi, rende il sistema sempre efficiente, variando la potenza delle pompe e la posizione delle valvole per massimizare la fornitura dell’acqua anche in seguito ai cambiamenti delle condizioni ambientali.
Salvezza per tutti - Attualmente i ricercatori del MIT hanno sviluppato un prototipo che è in grado di fornire circa 300 litri di acqua potabile al giorno, ad un costo approssimativo di 8.000 dollari. I ricercatori stimano anche che la versione finale e completa dell’impianto potrebbe fornire più di 3000 litri di acqua potabile quotidianamente: due impianti, caricati su un C-130 e trasportati sul luogo del disastro, sarebbero quindi in grado di fornire acqua potabile a più di 10.000 persone.