Un gruppo di scienziati capitanati dal ricercatore Johns Hopkins ha già in fase di sperimentazione un prototipo che promette a chi ha perso un braccio di recuperare le funzionalità di un tempo.
“L'arto è pilotato da un chip impiantato nella testa del paziente”
Passi da gigante - Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante nel settore delle protesi artificiali, e questo è un altro tassello che va a migliorare la vita di chi ha perso un braccio. Il progetto del Modular Prosthetic Limb (MPL) ha infatti appena ottenuto un finanziamento da 34,5 milioni di dollari per poter continuare la sperimentazione. Si tratta di un avveniristico arto artificiale in grado di piegarsi di 22 gradi e che consente anche il movimento indipendente delle singole dita.
Chip sensibile - La grande novità di MPL è che è pilotato da un chip impiantato nel cervello del paziente. Johns Hopkins, il ricercatore a capo del progetto, spera di migliorarlo ulteriormente aggiungendo anche le funzioni per il tatto e per percepire la sensazione di pressione.