Quando la vittoria si gioca sul filo del rasoio e ogni centesimo di secondo fa la differenza, l'ingegneria va in aiuto delle gambe e le braccia dei nuotatori: ecco quali sono i segreti delle piscine più veloci al mondo, costruite con particolare attenzione ai dettagli e con alcune caratteristiche diverse dalle colleghe di hotel e case private.
La McAuley Aquatic Facility del Georgia Tech, dove si sfidarono i campioni olimpionici 25 anni fa, è ancora oggi una delle piscine più veloci al mondo: «Esistono tre ragioni principali per cui dopo un quarto di secolo la Georgia Tech detiene ancora il primato», afferma Jud Ready, professore alla School of Materials Science and Engineering. «Due sono in fondo alla piscina, l'altra ai lati».
Questione di ingegneria. Il primo motivo è la profondità: la piscina della Georgia Tech, come del resto quella dove si sono disputate le Olimpiadi di Tokyo, è profonda tre metri. Se fosse più bassa, l'energia dell'onda creata dai nuotatori nel tuffo di inizio rimbalzerebbe sul fondo e raggiungerebbe gli avversari, rallentandoli.
Il secondo motivo è la posizione dei getti di ritorno (attraverso i quali passa e rientra nella vasca l'acqua filtrata): nelle piscine normali sono posti di lato, mentre in quelle olimpioniche si trovano sul fondo. Questo perché far ricircolare milioni di litri d'acqua ogni quattro ore creerebbe una potentissima corrente che favorirebbe o ostacolerebbe i nuotatori. In questo modo l'acqua rientra nella vasca e si diffonde senza creare correnti, grazie a delle rosette che "rompono" il getto in uscita.
Il terzo e ultimo motivo è la struttura del sistema di tracimazione, quello che raccoglie l'acqua che esce dalla vasca con i tuffi e il movimento dei nuotatori, che ha delle canalette più ampie e profonde del normale: «Quando i nuotatori generano delle onde che colpiscono i lati della vasca, le ampie griglie raccolgono e trattengono l'acqua», spiega Ready, sottolineando che in caso contrario l'acqua rimbalzerebbe e tornerebbe nella vasca, rallentando gli atleti.
Temperatura e doping tecnologico. Oltre a questi tre principali aspetti tecnici, vi sono altri dettagli meno visibili ma ugualmente importanti che permettono ai nuotatori di muoversi velocissimi: innanzitutto la temperatura dell'acqua, più fredda del normale (25 °C) per ridurre l'affaticamento dei muscoli; un altro aspetto importante in cui entra in gioco anche la tecnologia sono i costumi dei nuotatori, studiati per creare il minor attrito possibile con l'acqua, ma senza avantaggiarli troppo: durante i Giochi Olimpici di Pechino del 2008 nacque una curiosa controversia quando vennero introdotti i costumi in poliuretano, che permettevano ai nuotatori di galleggiare meglio e riducevano l'attrito con l'acqua.
Quell'anno vennero battuti molti record di velocità grazie all'incredibile tecnologia dei super-costumi, che vennero però proibiti dal 2009: ecco perché a Tokyo i nuotatori indossavano soltanto completi in nylon e spandex.