Nuovi metodi per studiare la percezione del volto, in mostra alla Summer Exhibition organizzata dalla Royal Society Science, potrebbero aiutare gli scienziati a sviluppare una generazione di robot e software in grado di interagire con gli umani ad armi (quasi) pari.
“L’obiettivo del progetto europeo LIREC e sviluppare robot socialmente sensibili”
Volti ed emozioni - Il nostro cervello elabora tantissimi piccoli indizi e micro espressioni sui volti per consentirci di rilevare stati d’animo e interagire con gli altri nel modo giusto. Gli scienziati dell’Università Queen Mary di Londra in collaborazione con UCL (University College London) stanno studiando delle tecniche avanzate per permettere ai robot di fare altrettanto. In occasione dell’annuale Summer Exhibition organizzata dalla Royal Society Science, i visitatori potranno vedere come il cervello interpreta i volti e vedere all’opera le ultime innovazioni nel settore del riconoscimento facciale da parte delle intelligenze artificiali.
Robot sensibili - Peter McOwan, professore presso la School of Electronic Engineering and Computer Science al Queen Mary dell’University of London, spiega gli obiettivi del progetto europeo LIREC che mira a creare robot socialmente consapevoli in grado di interagire con gli esseri umani nel modo più naturale possibile sfruttando le conoscenze nel settore della biologia. I robot, infatti, fanno sempre più parte della nostra vita quotidiana come, per esempio, negli ospedali. Se gli scienziati sono in grado di rilevare e codificare i movimenti facciali in azioni elementari e comprenderne il significato, sarà possibile fare in modo che i robot reagiscano sfruttando correttamente i canali di comunicazione degli umani, quindi sorridere a un sorriso o farsi da parte quando tira una brutta aria.
Silvia Ponzio
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