Nessuno dei veicoli senza pilota che hanno preso parte al DARPA Grand Challenge è riuscito a vincere: quasi tutti han dato forfait dopo poche centinaia di metri dal via.
Il Team di Terramax prima della partenza. Tra gli sponsor anche Focus. Clicca per ingrandire la foto. |
Partenza fantozziana. È andata peggio per quelli che non sono riusciti neppure a partire: due team si sono ritirati prima della partenza mentre altri sei non sono riusciti che a compiere pochi metri. Per esempio uno è partito al contrario e fortunatamente si è spento dopo pochi metri. Un altro robot ha iniziato a correre vorticosamente in circolo senza volersi fermare. È stato spento via radio dal suo team. Altri due si sono schiantati contro un muro nell'area di partenza.
Focus in gara. Ma per chi è riuscito a partire la gara è stata avvincente… quantomeno per una decina di chilometri. TerraMax, un possente camion a sei ruote sponsorizzato anche da Focus, è riuscito ad accorgersi in diverse occasioni degli ostacoli presenti sulla strada e ha corretto la rotta. Dopo due chilometri e mezzo ha però alzato bandiera bianca perché i suoi occhi elettronici sono andati in tilt.
La maggior parte dei robot sono stati traditi da problemi meccanici, fra cui rotture di freni e assi, e guasti ai sistemi di navigazione satellitare. Nel caso del vincitore morale della gara - Sandstorm - che è riuscito ad andare più lontano, i problemi sono stati causati da un'improvvisa uscita di strada. Comunque la distanza percorsa (oltre 11 chilometri) e la velocità (65 km/h) sono di tutto rispetto e hanno superato ogni precedente record.
Per la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), l'agenzia militare che ha organizzato la gara è stato un successo. L'interesse del Pentagono è infatti promuovere lo sviluppo di tecnologie per costruire mezzi da guerra e da trasporto autonomi. E per questo ha già preannunciato l'intenzione di organizzare un'altra Grand Challenge entro 18-24 mesi. Ma per molti altri osservatori, la meta è ancora molto lontana.