C’è chi sostiene che la terza dimensione non aggiunga niente alla trama, e chi si rifiuta di girare in 3D perché lo sforzo non vale la candela. La cordata dei registi ribelli aumenta, mentre le vendite dei biglietti per film in 3D crollano negli States.
“I tempi d’oro di Avatar sono finiti: il box office USA boccia il 3D.”
Solo una forzatura – Strano ma vero. Nonostante tutto questo parlare, e vedere in tre dimensioni, aumentano gli irriducibili del 2D e il loro motto è “se non riesci a fare bene un film, fallo in 3D”. Il riferimento non è solo ad Avatar, campione di incassi nel 2009 e criticato da più parti per la sua trama poco fantasiosa – un incrocio fra “Balla coi lupi” e il disneyano “Pocahontas” - ma soprattutto alle nuove pellicole 3D in uscita nei prossimi due anni: ben 60. La terza dimensione, per molti, è in alcuni casi una forzatura che non aggiunge assolutamente nulla alla trama. Concordano con questo giudizio sempre più registri, alcuni dei quali l’hanno detto a chiare lettere in occasione del recente Comic-Con di San Diego.
Ammutinamento! – A guidare la cordata dei registi ribelli, che sta dando non pochi grattacapi alle major di Hollywood, ci sono J. J. Abrams – autore di serie cult come Lost, Alias, Fringe – e Joss Whedon - il papà di Buffy, Dollhouse e Glee. Abrams, che l’anno scorso ha incassato 385 milioni dollari al botteghino con un suo “bi-dimensionale” Star Trek, sostiene che il 3D aggiunge poco o nulla alla storia se non parecchie rogne tecniche. Anche Whedon è convinto dell’inutilità del 3D ai fini della storia e contribuisce solo a complicare la vita del regista. Insomma, tanto sforzo per nulla.
Lotta a 3 dimensioni - Altri registi la pensano come J. J. Abrams e Joss Whedon. Christopher Nolan, per esempio, si è rifiutato di girare Batman 3 in 3D, così come i due film The Hobbit di Peter Jackson saranno rigorosamente in due dimensioni. Michael Bay, invece, ha accettato di girare alcune scene di Transformers 3 in 3D, ma non l’intero film.
Crollo dei biglietti 3D - E, alla luce dei risultati al botteghino degli ultimi film in 3D, i registi ribelli potrebbero anche avere ragione. I tempi d’oro di Avatar, infatti, sembrano finiti. Se il kolossal di James Cameron era riuscito a vendere l’80% dei biglietti 3D, la versione in tre dimensioni di Come Cani e Gatti 2 - uscito nelle sale americane lo scorso weekend – è riuscita a racimolare solo 6,9 milioni dollari, ovvero il 55% degli incassi totali.
Che il 3D stia già iniziando a stancare gli spettatori?