Un teschio ritrovato in Georgia getta nuove luci sull'intelligenza dei nostri antenati. E sulla loro migrazione dall'Africa.
Il teschio ritrovato in Georgia mostra una scatola cranica minuscola, ma grossi denti. (Foto Science) |
Viveva 1,75 milioni di anni fa ed era piccolo, aveva il naso corto e lunghi denti canini. A differenza dei suoi parenti che abitavano la terra in quell'epoca, aveva però un cranio, e un cervello, di dimensioni ridotte. Ciò nonostante era un Homo erectus, il primo dei nostri antenati ad aver abbandonato l'Africa per colonizzare il mondo.
Partenza anticipata. I resti dell'ominide, gli ultimi scoperti e trovati nel sito archeologico di Dmanisi in Georgia, hanno dimostrato che il viaggio è iniziato ben prima di quanto accertato finora, vale a dire un milione di anni fa. Hanno inoltre messo in dubbio una delle teorie fin qui più condivise sull'evoluzione dell'uomo, ovvero che sia stato proprio il cervello grande, dunque una maggiore intelligenza, a fornire ai primi uomini la capacità di adattarsi a nuovi ambienti e di espandere il proprio territorio.
Il cervello dell'uomo di Dmanisi fa pensare dunque che l'incremento della materia grigia non sia stata l'unica spinta alla migrazione, e che in ogni caso ci fosse ampia variabilità nelle popolazioni primitive.
(Notizia aggiornata al 5 luglio 2002)