Scienze

I Neanderthal furono i primi artisti d'Europa

Dipingevano sulle pareti delle grotte della Spagna già 65 mila anni fa, 20 mila anni prima dell'arrivo dell'Homo sapiens. Il divario tra noi e gli antichi "cugini" si assottiglia ulteriormente: non fummo i primi ad esprimere una capacità simbolica.

Le più antiche forme di espressione artistica attraverso dipinti rupestri ci precedono di almeno 20 mila anni. Non furono i sapiens i primi a disegnare e rappresentare simboli sulle pareti delle grotte d'Europa, ma i Neanderthal, decine di migliaia di anni prima dell'incontro con i nostri antenati.

Due importanti studi internazionali recano le prove a oggi più convincenti del fatto che i Neanderthal avessero le capacità cognitive per produrre rappresentazioni artistiche: quelle che decorano l'interno di tre grotte preistoriche della Spagna sono state datate ad almeno 65 mila anni fa, 20 mila anni prima dell'avvento dei sapiens. E le conchiglie forate e pigmentate presenti in una quarta caverna spagnola sarebbero addirittura precedenti.

I risultati, solidi ma non esenti da critiche, rappresentano un passo importante per lo studio dell'evoluzione umana, e l'ennesima prova del fatto che i Neanderthal non fossero meno dotati in termini di intelligenza, ma soltanto i membri di una diversa popolazione, scomparsa prima della nostra.

prima di noi. L'uomo di Neanderthal era già diffuso e consolidato in Europa quando, circa 40 mila anni fa, la nostra specie arrivò nel continente uscendo dall'Africa (un altro capitolo dell'evoluzione umana di controversa datazione). Alcuni reperti Neanderthal, tra i quali ossa fossili, decorazioni e strumenti quotidiani, risalgono anche a 120 mila anni fa. Stabilire una cronologia dei dipinti rupestri è sempre stato difficile: l'assenza di residui organici su molti di essi rende impossibile la datazione mediante isotopi del carbonio.

Un disegno della scala rossa della grotta di La Pasiega. Si pensa che sia stata dipinta almeno 64 mila anni fa, ma gli animali tra un piolo e l'altro potrebbero essere successivi. © Illustrazione: Breuil et al

Un approccio diverso. Nel primo dei due nuovi studi, pubblicato giovedì 22 febbraio su Science, un gruppo di ricercatori guidati dalle Università del Southampton (Regno Unito) e dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia (Germania) ha datato i residui di calcite, un minerale che si forma per l'infiltrazione e il passaggio di acqua dolce sulle pareti rocciose - in questo caso su quelle adornate dai dipinti preistorici. Poiché il deposito si è formato sopra ai dipinti, dopo la loro realizzazione, fornisce una datazione minima dell'opera sottostante.

Sovrapposizioni. Le analisi sono state compiute in tre caverne spagnole e in ogni caso, le pitture rupestri precedono di 20 mila anni l'arrivo dei sapiens. Nella grotta di La Pasiega vicino a Bilbao, nel nord della Spagna, un dipinto color ocra a forma di scala è stato datato ad almeno 64.800 anni fa. Sotto ai "pioli" ci sono disegni di animali, ma si pensa che questi siano opera dei sapiens, arrivati nel sito decine di millenni più tardi.

Pittura a soffio. Sulle pareti della grotta di Maltravieso, Spagna occidentale, c'è la sagoma di una mano aperta ricavata - si pensa - spruzzando pigmento dalla bocca direttamente sulla roccia e intorno alle dita, una sorta di stencil.

Quest'opera risale come minimo a 66.700 anni fa. Infine le stalagmiti e le stalattiti nella grotta di Ardales, vicino a Malaga (nel sud del Paese) sono state dipinte di rosso almeno 65.500 anni fa, e sembrano decorare l'interno della caverna come tende.

Sì, ma cosa significano? Se lo studio fornisce prove importanti nel dibattito cronologico sull'arte Neanderthal, lascia comunque importanti domande aperte: che cosa volevano dire? E perché dipingere nel buio e nelle profondità di una grotta, se non all'interno di un comportamento rituale?

Alcune delle conchiglie forate della grotta di Aviones hanno almeno 115 mila anni. © J. Zilhão

Ciondoli di mare. La seconda ricerca pubblicata su Science Advances e firmata da molti ricercatori del primo studio, si concentra su alcune conchiglie bucate come ciondoli e con residui di colore trovate nella grotta marina di Aviones nel sudest della Spagna. La crosta di calcite su di esse indica che risalgono ad almeno 115 mila anni fa: la prova di una tradizione artistica di lungo corso (del resto dei Neanderthal si dice si adornassero anche con piume...).

Le critiche. In passato la capacità di produrre opere d'arte - e dunque di pensiero simbolico - è stata più volte portata come prova della nostra superiorità cognitiva rispetto ai Neanderthal. Le nuove scoperte contestano questa diffusa convinzione. Non tutti però sono d'accordo: alcuni sostengono che la calcite datata non si trovi perfettamente sovrapposta alle opere; che i pigmenti sulle stalattiti possano essere di origine naturale, così come i fori nelle conchiglie. Per sedare ogni scetticismo occorrerà capire se vi siano altri esempi diffusi di arte Neanderthal nelle grotte d'Europa, per esempio in Francia.

23 febbraio 2018 Elisabetta Intini
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