I modelli sull'evoluzione del clima hanno previsto con precisione il riscaldamento globale degli ultimi 50 anni: è questo il risultato di uno studio condotto da ricercatori della University of California (Berkeley), del Massachusetts Institute of Technology e della NASA. Zeke Hausfather, coordinatore dello studio pubblicato su Geophysical Research Letters, ha preso in considerazione i dati elaborati da 17 modelli utilizzati tra il 1970 e il 2007 e ha constatato che sono per lo più «indistinguibili da ciò che effettivamente è accaduto». Questo rende affidabile, e ancor più importante, le elaborazioni dei modelli climatici più recenti, che sono ancora più precisi rispetto a quelli degli Anni Settanta. E i modelli più recenti mostrano con chiarezza che se anche tutti i Paesi del mondo dovessero diventare virtuosi e seguire con cura le indicazioni uscite dalla COP21 nel 2015 (la conferenza di Parigi), che aveva definito i paletti per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, per la fine del secolo quasio certamente avremmo comunque una temperatura media globale del Pianeta di circa 3 °C superiore a quella del periodo preindustriale.
Promossi 13 su 17. Hausfather ha deciso di valutare l'accuratezza dei modelli climatici per dare una risposta agli scettici e ai negazionisti dei cambiamenti climatici: «I modelli climatici sono strumenti affidabili per capire come il clima può cambiare in futuro: lo studio dimostra che quanto ci "dicono" non è frutto di invenzioni, ma sono invece proiezioni con basi ben solide». Ben 10 dei 17 modelli esaminati avevano mostrato andamenti del clima che poi, nella realtà, si sono riscontrati quasi esattamente, mentre gli errori imputabili ad altri tre modelli sono dipesi dai dati che erano stati forniti (volumi di CO2 molto lontani da quanto effettivamente veniva immesso in atmosfera). Con solo 4 modelli "bocciati" su 17 la conclusione non può essere che una: i modelli climatici sono sviluppati a partire da metodi validati e affidabili, e le elaborazioni che restituiscono devono essere prese in seria considerazione.
Voto: 69 su 100. Creare modelli per prevedere i cambiamenti climatici è senza dubbio difficile perché si basa su due principali presupposti di quel che accadrà in futuro: il primo è la fisica dell'atmosfera, già di per sé molto complessa, e su come essa reagisce ai gas che intrappolano il calore; il secondo è la quantità di serra gas emessi e, purtroppo, la quantità di gas che immettiamo in atmosfera, oggi o fra 20 anni, non è determinabile con precisione.
Questo perché non ci sono dati aggiornati (e spesso neppure veri) che arrivano dai singoli Paesi: i ricercatori che studiano l'atmosfera devono basarsi su medie elaborate da centraline e laboratori di analisi in tutto il mondo. Gli scienziati hanno dato ad ogni modello analizzato un "punteggio di abilità": il voto medio è stato del 69 per cento.
Donald Wuebbles, scienziato del clima dell'Università dell'Illinois, che non ha partecipato allo studio, ha poi affermato che i negazionisti «fanno un sacco di cose strane per travisare i modelli: nessuna delle loro analisi è risultata valida e dovrebbero essere ignorate. Non dovremmo più mettere in discussione la scienza di base che studia il cambiamento climatico».