Nel caso avessimo bisogno di prove della non esistenza dei fantasmi, eccone una dalla fisica: se esistessero davvero forme di vita "altra" che si aggirano tra noi, i fisici del CERN le avrebbero trovate. Ma così non è stato, come ha spiegato il fisico e divulgatore britannico Brian Cox in una recente trasmissione radiofonica della BBC, dedicata a scienza e paranormale.
La spiegazione. Per Cox, nel Modello Standard (la teoria che descrive sia la materia, sia le forze dell'Universo) non c'è spazio per un mezzo o una sostanza che possa traghettare informazioni sul nostro conto dopo la morte e che riesca a eludere le ricerche del Large Hadron Collider. «Se vogliamo che ci sia uno schema persistente che porti informazioni sulle nostre cellule viventi, allora bisogna specificare in quale mezzo è inserito e come interagisce con la materia di cui è fatto il nostro corpo», afferma Cox, riferendosi appunto al Modello Standard.
«Se ci fosse una sostanza che guida i nostri corpi, facendo muovere le braccia e le gambe, dovrebbe anche interagire con le particelle di cui siamo fatti. E poiché sono state fatte misurazioni precise delle modalità con cui le particelle interagiscono, si può concludere che non esiste tale forza o energia.»
Contro la legge. Benché il Modello Standard abbia anch'esso le sue debolezze, l'esistenza dei fantasmi non rientrerebbe neppure nelle "crepe" note di questa teoria. Anche perché i fantasmi non possono assolutamente andare d'accordo con la seconda legge della termodinamica, in base alla quale l'entropia (cioè la misura del disordine dell'energia) totale di un sistema isolato non può che aumentare con il passare del tempo - mentre gli amati ectoplasmi rappresentano un "ordine": pauroso, ma pur sempre ordine.
I fantasmi non si possono toccare: se esistessero sarebbero fatti di energia. Ma l'energia in un sistema, come abbiamo detto, si disperde. Sarebbe quindi impossibile agli spettri continuare a esistere per un periodo di tempo significativo.