È un tormentone che si ripete a ondate alterne. C’è chi sostiene che la musica di i-doser faccia davvero sballare e chi invece sostiene che provochi solo un gran mal di testa.
“Le prime “dosi” sono gratuite, le altre le paghi…”
Cyber-allucinogeni – Non si tratta né di ecstasy, né di crack né tanto meno di marijuana. È una musica da “sballo”, nel “presunto” senso della parola, che ti promette di provare sensazioni paragonabili a una sostanza stupefacente tradizionale, ma a prezzi molto più accessibili. Ma sarà vero? YouTube è piena di video che ritraggono adolescenti completamente “fatti” dopo essersi sparati una dose di questo i-doser. Finzione, autosuggestione? Chi l’ha sperimentato in un’ottica più “scientifica” sostiene invece di aver provato solo una strana sensazione se non addirittura niente (com’è il mio caso).
Battiti binaurali - Ma come funziona tecnicamente questo i-doser? Il concetto alla base di questa note allucinogene è l'ascolto dei cosiddetti “battiti binaurali”, ossia di suoni a frequenze audio comprese tra i 3 e i 30 Hertz che, sebbene non avvertite dall’udito umano, sarebbero percepite dal cervello innescando delle reazioni simili agli effetti indotti da una vera e propria droga. Le frequenze, inoltre, devono essere asincrone, ossia diverse per le due orecchie, e la musica dopante deve quindi essere ascoltata rigorosamente con le cuffie (o un paio di auricolari).
Tunnel musicale - L'i-doser è un fenomeno sociale ormai da tempo e una fantastica idea marketing. Le prime dosi infatti sono gratis per farti entrare nel “tunnel della droga”. Se poi vuoi continuare a sballare devi mettere mano al portafoglio.