Scienze

I continenti perduti della Terra delle origini

Nel tumultuoso passato del nostro pianeta potrebbe esserci stata una generazione di continenti sorta troppo presto e distrutta dall'attività tettonica. Uno studio sulla radioattività delle rocce ha fatto emergere le tracce di queste Atlantidi primordiali.

I più antichi continenti sulla Terra potrebbero essere sorti molto prima del previsto ma avere avuto vita breve, sciolti e cancellati dall'attività tettonica: è l'ipotesi suggerita da uno studio dell'Università di Adelaide (Australia) che ha messo a confronto età e radioattività di decine di migliaia di rocce terrestri.

È opinione condivisa che la Terra delle origini fosse una monotona distesa d'acqua senza montagne né tettonica, e che le prime prove di dinamismo con la formazione della crosta continentale (la roccia granitica su cui camminiamo) non si videro prima di 2,5-3 miliardi di anni fa: 1,5 miliardi di anni dopo la nascita del nostro pianeta. A lungo infatti i pochi sprazzi di superficie terrestre "asciutta" furono costituiti da crosta oceanica, che viene riciclata nel mantello terrestre ogni qualche milione di anni: la crosta continentale, più spessa, si forma più lentamente.

Svanita nel nulla. Il nuovo studio mette sul piatto un'ipotesi alternativa: i continenti che oggi consideriamo più antichi potrebbero essere stati preceduti da una generazione precedente di crosta continentale già 4 miliardi di anni fa, non molto più tardi rispetto alla nascita della Terra, e ancora troppo presto per essere abitata forme di vita terrestre. Questo strato di roccia "perduta" era forse molto più spesso di quanto stimato e non ha lasciato traccia perché finì fuso, o distrutto in processi tettonici.

tettonica delle placche, geologia, pangea, novopangea, supercontinenti, deriva dei continenti
La Pangea in un rendering realizzato con elementi forniti dalla NASA. Quale sarà il prossimo supercontinente? © Shutterstock

incongruenza. L'analisi di 75.800 campioni di rocce ignee (magmatiche) raccolti in ogni parte del mondo ha rivelato infatti - a sorpresa - una relazione inversa tra l'età delle rocce e i loro livelli di radioattività. «Tutte le rocce hanno una radioattività naturale che produce calore e alza le temperature nella crosta quando decade» spiega Derrick Hasterok, autore degli studi. «Le rocce tipicamente associate alla crosta continentale hanno una radioattività maggiore di quelle oceaniche. Una roccia vecchia 4 miliardi di anni aveva una radioattività quattro volte superiore quando è stata creata, rispetto ad oggi.»

Più vulnerabili. Curiosamente, però, le rocce più antiche di 2 miliardi di anni hanno una radioattività minore di quanto ci si aspettasse. Per Hasterok, è perché la crosta antica più radioattiva e più calda è andata distrutta, lasciandoci l'impressione che non ci fosse nulla prima della crosta continentale che conosciamo. Quando una vasta area dei protocontinenti era altamente radioattiva, «le rocce diventavano deboli e i processi tettonici riuscivano facilmente a disgregarle». Queste dinamiche ne avrebbero favorito la distruzione. Hasterok è giunto a queste conclusioni nell'ambito di uno studio "collaterale" sulla radioattività delle rocce antartiche e sulla loro capacità di fondere i ghiacciai dal basso.

16 luglio 2019 Elisabetta Intini
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

Nel nuovo numero di Focus Storia esploriamo l’affascinante mondo dell’antico Egitto. Partendo da un’intervista al direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, celebriamo i 200 anni di storia del primo museo al mondo dedicato agli Egizi. Raccontiamo poi le collezioni che hanno attraversato il tempo e le straordinarie scoperte di Schiaparelli, l’archeologo che trasformò il museo torinese.

L’articolo "Geniale Champollion" ripercorre le intuizioni del linguista che decifrò i geroglifici, mentre in "Egittologia made in Italy" celebriamo i pionieri italiani della disciplina. Concludiamo questa sezione con "Salvate Abu Simbel", che narra il salvataggio dei maestosi templi minacciati dalle acque.

 

Non mancano gli approfondimenti storici:

  • Alla gogna: il processo a Oscar Wilde, che pagò caro il suo anticonformismo.
  • Carabinieri a Creta: una missione di pace italiana nel cuore del Mediterraneo.
  • La favola di Natale: la commovente storia di Giovannino Guareschi, che trovò la speranza in un lager nazista.

 

ABBONATI A 29,90€

In questo numero di Focus, puntiamo i riflettori su un tema cruciale: la prevenzione. Attraverso il dossier  esploriamo come scienza, tecnologia e medicina stanno rivoluzionando il nostro approccio alla salute e al benessere.

Un viaggio tra scoperte e innovazioni per vivere meglio e più a lungo. Dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alle ultime tecniche per diagnosticare precocemente il cancro, fino all'importanza della salute mentale e alle nuove frontiere della nutrizione.

Raccontiamo inoltre la scoperta di Lucy, il fossile che ha riscritto la nostra storia evolutiva, e immaginiamo cosa sarebbe accaduto se Costantino non avesse legalizzato il Cristianesimo. Scopriamo anche perché "avere la testa tra le nuvole" è fondamentale per il cervello e sveliamo le forme morbide della natura, quelle curve nascoste che definiscono il mondo vivente.

ABBONATI A 31,90€
Follow us