Nei maggiori aeroporti internazionali la questione sicurezza è all’ordine del giorno: niente bottigliette d’acqua a bordo, liquidi e profumi in contenitori millimetrati e, soprattutto, alla partenza le scansioni eseguite col famigerato Body Scanner. Ma la privacy?
“Per coniugare privacy e sicurezza non si vedranno i dettagli intimi e personali”
Tutela della persona – Mentre da noi l’utilizzo di questo strumento di controllo è ancora agli inizi, in America e in altri paesi europei è in uso da tempo. In Messico addirittura si potrà accedere agli edifici pubblici solo con la scansione della retina. Non tutti i cittadini, però, sono entusiasti di questa innovazione, al punto che alcuni hanno intentato causa contro il governo USA per violazione della propria privacy. Le istituzioni sono corse ai ripari: in futuro non verrà più evidenziata, con espliciti dettagli, la silouette dei soggetti sottoposti a scansione. Infatti, al posto delle esatte forme del corpo, sugli schermi degli addetti alla sicurezza comparirà uno speciale avatar, con evidenziate le eventuali zone sospette o degne di nota.
Questione spinosa – A direi il vero in alcuni aeroporti americani ed europei già da oggi i body scanner che si utilizzano prevedono la copertura quantomeno delle parti intime, che sono oscurate a tutela della persona. Ma oggi i produttori di due dei più utilizzati macchinari, L-3 e Rapiscan Systems, stanno implementando uno speciale software che trasforma i dati dello scanner in una figura umana generica, così da risolvere finalmente la questione. Ad esempio, nell’aeroporto di Schiphol ad Amsterdam, è già in funzione, anche se ancora in fase di test, uno di questi nuovi modelli di body scanner.