Solo sulle Alpi rispetto al 1850 circa, la superficie glaciale si è ridotta di circa la
metà. lo spessore di neve e di ghiaccio che si fonde anche di 5 o 6 metri ogni estate, non viene rimpinguato d’inverno. Nel
mondo, negli ultimi 100 anni è andato perso il
5%-10% dei ghiacciai. In
Lombardia, in particolare, la superficie totale dei ghiacciai si è ridotta del
23%, passando dai 115 kmq degli anni ‘50, agli 89 kmq attuali. Un esempio eclatante delle conseguenze è il fatto che il rifugio ai Caduti dell’Adamello (lobbie Alte) ha dovuto essere spostato perché il vecchio edificio, costruito nel 1929 direttamente sul ghiacciaio, era ormai pericolante a causa del grande ritiro subito dalle nevi. Da circa 30 anni, la neve tende a fondersi in primavera più precocemente rispetto al passato. Questo vuol dire che le
erbe alpine possono fiorire prima, e non tutte le specie animali riescono ad anticipare le loro attività. Lo sfasamento rispetto all’attività degli
insetti impollinatori è molto grave e porta all’estinzione di diverse specie. L’influenza del cambiamento climatico su ecosistemi e popolazioni è diretta, come dimostra uno studio sugli stambecchi del Parco Nazionale del Gran Paradiso: dopo il 1997, la popolazione di
stambecchi è crollata. Le cause del fenomeno potrebbero essere legate ai cambiamenti climatici: fioritura anticipata delle erbe che di solito le femmine mangiano quando le femmine danno alla luce i piccoli; sopravvivenza nei mesi invernali, per le temperature meno rigide, dei parassiti e delle loro larve, che espongono a rischi i neonati di stambecco.
Conseguenze
Se le cose rimarranno stabili i fiumi lombardi potrebbero andare incontro a diminuzioni rilevanti del proprio deflusso nei prossimi 30 o 40 anni. In Valtellina, una riduzione intensa dei ghiacciai potrebbe creare problemi nell’alimentazione di città come Milano. Per i 23.800 ettari di piste innevabili delle Alpi, occorrono ogni anno circa 95 milioni di metri cubi d’acqua per produrre neve artificiale che corrisponde approssimativamente al consumo annuo d’acqua di una città con 1,5 milioni di abitanti. Ci si chiede: è giusto?
Importanza dei ghiacciai
Le pareti delle montagne sono come “incollate” dal ghiaccio interstiziale, dal terreno perennemente gelato chiamato “permafrost”. L’incremento della temperatura che determina la diminuzione del permafrost provoca frane e dissesti. L’enorme frana del Pelmo, che due anni fa in Dolomiti ha ucciso 2 uomini del soccorso alpino e scaricato a valle 3000 metri cubi di roccia, è stata causata proprio dalla fusione del permafrost
Previsioni
Entro il 2100 gli inverni in potrebbero essere più caldi di 3-5°C e le estate di 6-7°C, mentre le precipitazioni potrebbero concentrarsi nei mesi freddi invece che in quelli estivi. Nei prossimi decenni, il limite delle nevicate salirà di 150 metri per ogni grado di riscaldamento atmosferico. Entro il 2050, il riscaldamento sarà di circa 2 gradi ma sopra i 1500 metri sarà più intenso.