Scienze

C'è allarme per la presenza di acqua nella caldera del vulcano Kilauea

Il vulcano della Hawaii, attivo da 30 anni, potrebbe dare vita a eruzioni esplosive intense. L'indizio? La presenza di acqua all'interno del cratere sommitale.

All’interno del cratere sommitale del vulcano Kilauea (Hawaii), si è formato uno stagno: sono stati i funzionari dell'USGS (il Servizio geologico degli Stati Uniti) a darne la notizia dopo una serie di sopralluoghi per capire che cosa fosse quella macchia verdastra che si osservava dall'alto, sul fondo del cratere. «Halema'uma'u - il nome del cratere nella lingua polinesiana delle isole - non ha mai avuto acqua al suo interno, per lo meno da quando sono iniziate le osservazioni scientifiche: la presenza di quell'acqua è qualcosa di insolito», ha affermato Don Swanson (USGS).

Vulcani: nuovo allarme per il Kilauea
Veduta aerea dello stagno che si è formato sul fondo di Halema'uma'u, il cratere sommitale del vulcano Kilauea (Hawaii). L'origine dell'acqua è ancora ignota, ma la sua presenza preoccupa i vulcanologi. © USGS

Perché preoccupa? Secondo i vulcanologi del servizio di sorveglianza del Kilauea, questo potrebbe preludere a una nuova fase nel comportamento del vulcano, attivo negli ultimi 30 anni, che di recente si è esibito in imponenti eruzioni: quello stagno, insomma, fa un po' paura.

La presenza di acqua sul fondo del cratere vulcanico preoccupa seriamente i vulcanologi perché quando magma e acqua vengono a contatto, avviene il passaggio quasi istantaneo dell'acqua in vapore, con conseguenti esplosioni di vapore, acqua, cenere, roccia e bombe vulcaniche. Si possono cioè generare eruzioni di tipo freatico.

L'origine di quell'acqua al momento non è chiara: potrebbe essere risalita da falde sotterranee, oppure potrebbe trattarsi di intrusioni di acqua di mare. I ricercatori dell'USGS ritengono che un'eventuale esplosione del vulcano sarebbe molto probabilmente preceduta da un ulteriore collasso della caldera (dopo quella del 2018), dove si trova lo stagno, e da alcuni altri segnali premonitori: è cioè possibile che, se dovesse accadere, darebbe almeno un minimo di preavviso.

29 agosto 2019 Luigi Bignami
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