Scienze

Hai orecchio per la musica? Era scritto nel Dna. Forse

Quello che i musicisti chiamano "orecchio assoluto" è la capacità di individuare a colpo sicuro una nota musicale senza ascoltarne un'altra di riferimento. Qui abbiamo messo due test per metterti...

Hai orecchio per la musica? Era scritto nel Dna. Forse
Quello che i musicisti chiamano "orecchio assoluto" è la capacità di individuare a colpo sicuro una nota musicale senza ascoltarne un'altra di riferimento. Secondo alcuni studi questa capacità è decisamente rara: nei Paesi occidentali avrebbe l'orecchio assoluto meno di una persona su 10.000. Il motivo di questa rarità, tuttavia, è rimasto sempre un mistero. Oggi una ricerca ancora in corso all'Università della California (San Francisco, Usa) propone una teoria. Forse, affermano i ricercatori, questa predisposizione è genetica. Aspettando la conclusione dello studio, però, puoi mettere alla prova il tuo orecchio con un piccolo test.

Andrea Porta, 11 settembre 2007

Vuoi mettere alla prova le tue capacità e vedere se hai questo dono raro dell'orecchio assoluto? Qui ci sono due test: il primo molto breve, il secondo più lungo e complesso. Prendi carta e matita e fai partire un test: scrivi il nome delle note che senti e... poi vai a controllare i risultati (foto: Absolute Pitch, olio di Thomas Brill).


Per studiare il fenomeno del cosiddetto "orecchio assoluto" la University of California di San Francisco ha reclutato più di 2.000 soggetti dagli 8 ai 70 anni attraverso una serie di test online che è ancora possibile eseguire in forma completa all'indirizzo internet http://perfectpitch.ucsf.edu. A ogni volontario è stato chiesto di identificare 36 suoni elettronici e 36 note eseguite al pianoforte: un punteggio minimo di 24,5 in entrambe le serie indica la possibilità di un orecchio assoluto. È solo una possibilità, perché, come si è visto da quando il test è disponibile, c'è anche chi "azzecca" le note per caso, e tuttavia, in termini statistici, la differenza con chi effettivamente può contare su chi può contare su questa rara capacità è risultata così evidente da togliere ogni dubbio. E da far pensare che l'origine potrebbe essere un gene.

Percentuale dei soggetti che hanno dato almeno l'85% di risposte esatte nel test in funzione dell'età in cui sono stati avviati alla musica.
CCOM: Conservatorio di Beijing, Cina. Tutti i soggetti in esame parlano in mandarino (linguaggio tonale).
ESM: Eastman School of Music, Rochester (Usa). I soggetti in esame parlano linguaggi non tonali.
Confondere le note
La genetica, però, non basta a spiegare la predisposizione alle note: Jane Gitschier, coordinatrice della ricerca, ricorda che «una persona può anche avere una predisposizione all'individuazione delle note, ma se poi non la coltiva con lo studio difficilmente diventerà un grande musicista». L'orecchio assoluto è condizionato anche dall'ambiente e dalla cultura: «La precoce e continua frequentazione della musica è un fattore determinante», afferma la Gitschier. È per questo che nelle famiglie di "melomani" è più facile trovare orecchi ben allenati sin dalla più tenera età. Non solo. È la stessa ricerca a mostrare che i geni non bastano a spiegare il fenomeno. Lo studio ha mostrato infatti che uno degli errori più comuni, anche in chi ha sviluppate capacità da orecchio assoluto, è quello di confondere il sol diesis con il la. Perché proprio queste due note? La risposta suggerita dagli esperti è di carattere "culturale": il la è la nota da sempre impiegata per accordare gli strumenti e quindi corrisponde a una frequenza che chi ha avuto un'educazione musicale in qualche modo ha sempre in testa.

Influenze culturali
Del resto già nel 2004 una ricerca condotta da Diana Deutsch del dipartimento di psicologia dell'Università della California a San Diego aveva mostrato un'altra forma di influenza culturale: l'orecchio assoluto è molto più diffuso in Asia di quanto non sia presente in Europa o in America. Il motivo? Secondo la studiosa sono le lingue orientali a influire sulla capacità di identificare le note. Le lingue come il cinese sono infatti "tonali", cioè utilizzano l'intonazione e la musicalità non come una semplice sfumatura ma per modificare radicalmente il significato della stessa parola. Imparare sin da bambini a modulare i suoni delle parole faciliterebbe quindi gli Orientali anche nell'identificazione delle note musicali.

Percentuale dei soggetti che hanno dato almeno l'85% di risposte esatte nel test in funzione dell'età in cui sono stati avviati alla musica. In questo caso non sono stati considerati gli errori nel riconoscimento dei semitoni.
Test del Dna

I primi risultati della ricerca coordinata da Jane Gitschier sono stati pubblicati sui Proceedings of the National Academy of Sciences Usa, ma lo studio non finisce qui: la ricercatrice ha infatti intenzione di sottoporre a ulteriori prove quel centinaio di persone che hanno ottenuto i punteggi più elevati in entrambi i test (vedi sopra) per verificare la familiarità dell'orecchio assoluto. I soggetti e i loro parenti con analoghe predisposizioni musicali verranno sottoposti a un prelievo di sangue destinato all'analisi del Dna. E da lì forse si scoprirà se "avere orecchio" è veramente un fatto genetico.

11 settembre 2007
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