Nell'Oceano Atlantico scorre senza sosta un Grande Nastro Trasportatore che conduce le acque calde dei Tropici fino alle alte latitudini di Islanda e Groenlandia, dove l'acqua si raffredda e sprofonda prima di viaggiare di nuovo verso sud, nelle profondità marine. Questo sistema conosciuto anche come Circolazione termoalina ha un ruolo di regolazione climatica fondamentale, nell'Artico e in Europa: è responsabile, tra le altre cose, della mitigazione delle temperature nella parte occidentale del nostro continente.
Da qualche tempo sappiamo che si sta indebolendo, a causa, anche, di alcuni fenomeni legati al riscaldamento globale (per approfondire). Ma quanto tempo occorre, affinché un rallentamento di questa circolazione abbia effetti concreti sulle temperature? Uno studio della Columbia University e del Norwegian Research Centre pubblicato su Nature Communications prova a elaborare le prime stime precise.
Quattro secoli di attesa. I ricercatori si sono concentrati su una componente chiave di questa circolazione chiamata capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (Atlantic meridional overturning circulation, AMOC), in cui l'acqua si raffredda e sprofonda nel Nord Atlantico. I risultati suggeriscono AMOC abbia cominciato a indebolirsi quattro secoli prima un grande periodo di raffreddamento iniziato 13 mila anni fa, e che si sia rafforzata circa quattro secoli prima di un improvviso evento di riscaldamento avvenuto 11 mila anni fa, l'ultima deglaciazione dell'emisfero settentrionale.
Tre fonti diverse. Per arrivare a questa conclusione, il team ha incrociato in modo sapiente i dati di sedimenti estratti dal fondale del Mare Norvegese, dal letto di un lago scandinavo e da alcune carote di ghiaccio prelevate in Groenlandia. Di norma, per determinare l'età dei sedimenti si ricorre al carbonio-14, ma per quelli oceanici il metodo è impreciso: questo isotopo creato in atmosfera può infatti impiegare secoli, per depositarsi sul fondo del mare.
Al contrario, i meno profondi sedimenti di lago contengono resti di piante con carbonio-14 direttamente tratto dall'atmosfera, che hanno permesso di risalire all'età dei vari strati di materiale lacustre. Alcuni indicatori, come le ceneri di note eruzioni vulcaniche, hanno permesso di allineare i dati sull'età dei sedimenti di lago a quelli sull'età dei sedimenti marini.
A questo punto, i ricercatori conoscevano l'età reale dei vari livelli di sedimenti del Nord Atlantico. Confrontando la loro datazione con quella del carbonio 14, si è capito quanto tempo aveva impiegato l'isotopo a raggiungere il fondo del mare: ossia quanto fosse "veloce" AMOC.
Ripercussioni climatiche. Le carote di ghiaccio in Groenlandia hanno permesso di capire quali effetti avessero avuto queste oscillazioni della corrente sul clima.
AMOC iniziò a indebolirsi quattro secoli prima del Dryas recente, l'ultimo grande evento di glaciazione del Pianeta: quando le temperature atmosferiche "registrarono" il cambiamento, in Groenlandia calarono velocemente, diminuendo anche di 6 °C. Lo stesso lasso di tempo si registrò prima che l'atmosfera iniziasse a scaldarsi molto velocemente, 11 mila anni fa: dal rafforzamento di AMOC al riscaldamento (fino a 8 °C) passarono 400 anni circa.
I primi segni di indebolimento del Grande Nastro Trasportatore oceanico si sono osservati 150 anni fa: lo studio servirà a migliorare le previsioni climatiche basate sulle avvisaglie che ci mandano gli oceani.