Ebbene sì, messo alle strette, il colosso di Mountain View finalmente vuota il sacco e si scusa pubblicamente: StreetView non si limitava a immortalare strade, macchine e persone sul suo cammino, ma spiava anche le reti wireless. E intanto Italia e Germania indagano su questa ennesima violazione della privacy.
“Sergey Brin non sapeva che la macchina di StreetView stesse raccogliendo informazioni anche sugli utenti online.”
Reti violate - Big Brother, ops, BigG ammette i suoi errori e si scusa ufficialmente per bocca del suo co-fondatore Sergey Brin che confessa, senza mezzi termini: “abbiamo fatto un casino”. StreetView, il servizio di esplorazione a livello stradale di Google Maps, è da sempre nell’occhio del ciclone per le foto scattate a cose e persone senza il loro consenso, ma adesso la situazione si fa ancora più seria e delicata. A quanto pare la macchina di StreetView, mentre scorrazzava per le strade di mezzo mondo a scattare foto, captava e raccoglieva “inavvertitamente” con le sue antennine wifi anche dati e informazioni sulle attività degli utenti sulle reti wireless pubbliche.
Non sapevamo - Sergey Brin si scusa, ma aggiunge di aver scoperto l’esistenza di questo “problema” solo dopo le indagini avviate delle autorità tedesche, da sempre contrarie all’occhio indiscreto di StreetView. Ieri anche il garante italiano della privacy ha comunicato di aver avviato un'istruttoria nei confronti di Google per verificare la correttezza del trattamento dei dati personali che l’azienda di Sergey Brin e socio ha “involontariamente” raccolto.