Lo scorso mese di marzo (2015) è risultato il più caldo di tutti i mesi di marzo da 136 anni a questa parte, ossia da quando le temperature della Terra vengono registrate in modo scientifico e sistematico. Lo ha reso noto il Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’ente americano che studia l’atmosfera e gli oceani della Terra.
I punti caldi. I dati dicono che la temperatura è stata di 0,85 °C superiore alla media del XX secolo, che era, per il mese di marzo, di 12,7 °C. Il record precedente era stato registrato nel 2010. Questo valore così elevato lo si deve soprattutto al riscaldamento degli oceani nell’emisfero nord, che con 1,04 °C in più rispetto alle medie hanno fatto si che tutto il pianeta risultasse caldo come non mai per quel periodo.
Le medie e le statistiche possono anche confondere: le temperature stanno crescendo, è incontestabile, con andamenti variabili. A fronte del picco sulle acque, che ha fatto salire la media dei mari, le zone continentali hanno registrato temperature che si pongono al secondo posto da sempre (con 1,65 °C in più rispetto alle medie), mentre gli oceani, globalmente, si pongono al terzo posto, con 0,55 °C in più rispetto alle medie.

La Grande Siccità. In realtà nessun Paese ha misurato temperature superiori alle medie se non in aree circoscritte, come in Siberia o in alcune regioni degli Stati Uniti occidentali. Qui si sta registrando anche una delle siccità peggiori a memoria d’uomo, che ha portato a limitazioni dell’uso dell’acqua senza precedenti. E sempre negli Stati Uniti, nelle aree montuose occidentali, si è registrata la minore quantità di neve che ci si ricordi. Un caso più vicino è il Trentino Alto Adige: a Bolzano, le temperature del mese di marzo sono salite anche sopra i 23 °C.

Il trimestre più caldo. La Nasa ha fatto sapere che le temperature medie del primo trimestre del 2015 sono risultate le più elevate da sempre. Situazione questa che fa pensare che il 2015 possa diventare l’anno più caldo dal 1850 ad oggi, soprattutto in relazione al fatto che il Noaa ha ipotizzato che c'è il 60% di probabilità che si riformi El Nino, la situazione di acque molto calde nell’Oceano Pacifico orientale che interessa non solo gli Stati Uniti ma il mondo intero.








