Un ricercatore israeliano ha sviluppato un sistema che, grazie a speciali incisioni circolari sulla superficie, trasforma una normale lente in una lente bifocale. Il resto lo fa il gioco di luce che ne deriva.
“Le indecisioni circolari sulla lente alterano la fase delle onde di luce mettendo a fuoco oggetti vicini e lontani”
Qui e là - Sappiamo tutti, anche per esperienza indiretta, cosa sono le lenti bifocali: è un sistema che aiuta a vedere da vicino e da lontano, ossia chi è al tempo stesso miope e ipermetrope, grazie a un’unica lente dotata di due aree graduate in modo diverso. Un ottimo stratagemma che però non consente di guardare correttamente ovunque. Il professor Zeev Zalevsky dell'Università Bar-Ilan a di Ramat Gan, in Israele, sostiene di aver inventato una tecnica per trasformare una normale lente in una lente bifocale “universale” per mettere perfettamente a fuoco oggetti vicini e lontani senza il fastidio di dover ogni volta muovere gli occhi per cambiare lente. L’approccio è meno hi-tech di quello adottato dall’americana PixelOptics che sfrutta i cristalli liquidi, ma altrettanto promettente.
Cerchi e luci - Il sistema sviluppato dal professor Zalevsky elimina la necessità di realizzare lenti usandone due di graduazione diversa. Il segreto consiste nell’incidere la superficie di una lente standard con una griglia di 25 strutture circolari vicine 2 millimetri ognuna e contenenti due anelli concentrici piccoli (qualche centinaio di micrometri) e poco profondi (un micrometro). Gli anelli alterano la fase delle onde di luce attraverso la lente portando a un sistema in grado di mettere a fuoco oggetti vicini e lontani. Il numero e la dimensione di questi insiemi cambia da lente a lente a seconda della sua dimensione e la forma. Il rovescio della medaglia è che questo sistema diminuisce il contrasto dell’immagine quindi, come ammette lo stesso professor Zalevsky, richiede miglioramenti ma è già un buon punto di partenza su cui lavorare.