L'espressione di alcuni geni può aiutare la polizia scientifica a determinare le cause di un decesso.
![]() | ||
Sulla scena di un delitto. In questo caso, sembrerebbe superfluo ricorrere all'esame genetico per determinare il motivo del decesso. Ma in casi meno chiari potrebbe essere utile. |
Macabra ricerca. Un team di ricercatori dell'Università di Nagasaky, in Giappone, ha però recentemente scoperto che l'analisi dei geni di un essere vivente è in grado di rivelarne la cause della morte. Kazuya Ikematsu e i suoi colleghi hanno anestetizzato e poi soppresso due gruppi di topi: il primo per strangolamento, il secondo per decapitazione. Gli scienziati hanno poi prelevato dei campioni di pelle dal collo degli animali morti e analizzato la quantità di acido ribonucleico prodotta da un ampio spettro di geni. Questa è risultata decisamente maggiore nei campioni prelevati dagli animali morti per soffocamento, rispetto a quelli che sono andati incontro a una morte istantanea.
Elementare Watson! L'analisi genetica sembra quindi in grado di fornire utili indicazioni su tempi e cause della morte in casi apparentemente irrisolvibili. Obiettivo della ricerca è ora quello di identificare un gruppo di geni o proteine il cui livello di attività sia strettamente legato a pressioni sulla pelle o a privazione di ossigeno. Tale tecnica investigativa potrà rivelarsi utile ad esempio nell'analisi dei casi di morte in culla, poiché consentirà di capire se il neonato è morto per soffocamento o per altre cause.
Occhio all'errore. Serviranno comunque ancora numerosi studi per garantire la messa a punto di un metodo davvero sicuro: l'attività genetica può infatti variare molto da persona a persona, e il rischio di condannare un innocente sarebbe davvero alto. Gli animali utilizzati per i test invece sono già condannati, senza possibilità di appello, aprendo numerosi interrogativi sulla reale necessità di simili ricerche.
(Notizia aggiornata all'11 gennaio 2006)