Sono tre le antiche popolazioni che si sono fuse tra loro a dare origine alla maggior parte degli europei dei nostri giorni. Oltre ai gruppi di agricoltori che sono giunti dal vicino Medioriente e ai cacciatori europei originari dell’Europa, un altro gruppo di popolazioni siberiane migrò in Europa per fondersi con le altre “tribù”.
A queste conclusioni è giunta una ricerca pubblicata su Nature che si basa sull'analisi del patrimonio genetico degli europei e che dipinge un quadro più complesso di quel che si immaginava finora.
DALLA SIBERIA IN EUROPA E IN AMERICA. Sembra che la popolazione che arrivò dalle steppe dell’Eurasia giunse in Europa circa 7.000 anni anni, qualche tempo dopo la diffusione dell’agricoltura. A questo gruppo originario della Siberia appartenevano anche gli antenati dei nativi americani.
Il tutto sembra incredibile, ma secondo David Reich della Harvard Medical School che ha realizzato lo studio, i dati statistici sulle analisi del DNA parlano fin troppo chiaro. Spiega il ricercatore: «Non ci sarebbe dubbi sul fatto che gli europei dei nostri giorni siano discendenti di una popolazione europea già presente a cui se ne aggiunse un’altra non- euroasiatica. E sembra chiaro che alcuni membri di tale popolazione contribuirono a colonizzare le Americhe più di 15.000 anni fa, mentre altri sono migrati in Europa».
L’ipotesi di Reich è suffragata dal fatto che prima della sua analisi altri ricercatori avevano scoperto che esisteva una sorta di lacuna nell’immaginare che la popolazione europea fosse derivata solo dai locali cacciatori-raccoglitori giunti probabilmente in Europa circa 75.000 anni fa, che si erano fusi con gli agricoltori del Medioriente, arrivati 8-10.000 anni or sono. Sembrava che ci fosse una popolazione “fantasma” oltre a queste due, di cui però non si avevano prove.
SIAMO SIBERIANI AL 20%. Poi è giunta la scoperta di due scheletri portati alla luce in Siberia risalenti rispettivamente a 24.000 e 17.000 anni or sono il cui DNA mostra affinità con gli europei e nordamericani. Successive analisi, che hanno preso in considerazione il DNA di oltre 2.000 persone di 203 popolazioni attuali e 9 scheletri del passato hanno trasformato quella popolazione fantasma nei siberiani scesi in Europa.
In ogni caso il patrimonio genetico dei siberiani interessa quello degli europei attuali per non più del 20%, anche se per i lituani arriva anche al 50%. Secondo i ricercatori comunque, il quadro potrebbe essere ancora più complesso, ma per esserne certi ci vogliono ulteriori ricerche.