Scienze

Ghiacciai d'Africa al lumicino

Sono solo tre le montagne d’Africa che vedono neve sui propri cucuzzoli: il Kilimanjaro, il Monte Kenya e la catena del Rwenzori. Ebbene sul Monte Stanley...

Sono solo tre le montagne d’Africa che vedono neve sui propri cucuzzoli: il Kilimanjaro, il Monte Kenya e la catena del Rwenzori. Ebbene sul Monte Stanley (5109 m), che appartiene a quest'ultima, il ghiaccio principale se ne sta andando a velocità “inquietante”. E nell’arco di 20 ann l'intera montagna potrebbe essere del tutto priva di ghiacciai, con conseguenze importanti sull’agricoltura delle aree alle sue falde e sul turismo di montagna. La previsione è importante, anche se non arriva da un ricercatore, ma da un reporter, Peter Martell, con un articolo realizzato per Agence France Press. Secondo Martell la sua previsione deriva da quanto gli ha riportato John Medenge, una guida che accompagna gli alpinisti che desiderano salire il Monte Stanley, secondo il quale ogni anno il ghiaccio si riduce sempre di più, a vista d’occhio. Medenge conosce la montagna da oltre 30 anni, da quando cioè, adolescente, iniziò a salire il monte. Oggi ha 57 anni. “Lo scioglimento del ghiacciaio africano è una grave minaccia per i rifornimenti idrici della regione”, spiega Luc Hardy, esploratore franco-americano, vice-presidente del gruppo ambientalista ‘Green Cross’. Richard Atugonza, del Centro Mountain Resource Makere dell’Università dell’Uganda ha invece sottolineato: “La riduzione della portata dei fiumi che scendono dal ghiacciaio ricade negativamente già ora sulla produzione agricola e sulla produzione di energia elettrica”. Hardy ha paragonato la situazione come un ‘canarino nella miniera’, facendo riferimento all’utilizzo dei canarini che un tempo facevano i minatori per rilevare possibili presenze di gas velenosi nelle miniere, il quale ha detto: “Lo scioglimento del ghiaccio è un ‘canarino’ che accusa l’incapacità dell’uomo di comprendere il cambiamento climatico e i suoi effetti negativi”. La Montagna della Luna Il Monte Stanley è noto fin dal secondo secolo dopo Cristo anche perché il geografo Tolomeo d’Alessandria, chiamò le cime innevate del Rwenzori ‘Montagne della Luna’, in quanto ipotizzava che da quelle vette sgorgassero le sorgenti del Nilo Bianco. In tempi moderni si deve allinglese Henry Morton Stanley il primo avvistamento del ghiacciaio, che avvenne nel 1889. Al di là della denuncia del reporte comunque, la riduzione dei ghiacci la si ricava anche dalle mappe che mostrano il ghiaccio, il quale è passato dal 1906 quando aveva un’estensione di circa sette chilometri quadrati ad un solo chilometro quadrato di oggi.

24 marzo 2014 Luigi Bignami
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