Quando pensiamo alla Groenlandia, immaginiamo un territorio ricoperto per oltre l'80% di ghiacci. Ma la realtà delle ultime settimane non potrebbe essere più distante: l'ondata di calore che nel mese di luglio ha investito questo territorio ha provocato segni visibili di scioglimento superficiale su oltre la metà della copertura glaciale dell'isola. Il 56% della calotta glaciale mostra almeno 1 millimetro di acqua di fusione sulla sommità, e nella sola giornata del 31 luglio, sono finite nell'oceano oltre 10 miliardi di tonnellate di ghiaccio sciolto.
Disperso in mare. La perdita di ghiacci per il mese di luglio è stata di 197 miliardi di tonnellate: per farsi un'idea della portata dell'evento, basti pensare che un miliardo di tonnellate di ghiaccio perso equivale all'acqua contenuta in circa 400 mila piscine olimpioniche. Secondo il Danish Meteorological Institute, questo evento record di fusione è stato sufficiente a innalzare il livello medio dei mari di 0,5 millimetri.
Ongoing heatwave in #Greenland - 31st July biggest melt day so far - 56% of the #icesheet had at least 1mm of melt at surface and more than 10 billion tonnes of ice was lost to the ocean by surface melt alone
— Greenland (@greenlandicesmb) August 1, 2019
Another big melt day expected todayhttps://t.co/Ftg0fkkwJc pic.twitter.com/Orwdsyesnm
La perdita di ghiacci è dovuta alla stessa area di alta pressione che ha fatto schizzare ben oltre la media le temperature del centro Europa, e che ha tenuto il termometro al di sopra del punto di congelamento anche nelle località d'alta quota della Groenlandia. Il primo di agosto, sulla Summit Station, a 3.215 metri di quota, la temperatura è rimasta sopra lo zero per 11 ore di fila.
Meteo e clima. Secondo gli esperti, questa ondata di calore è un evento meteo, certamente raro, ma non senza precedenti: l'ultima si verificò nel 2012 quando andò persa la stessa quantità di ghiaccio. Tuttavia il perdurare, per molti mesi, di temperature oltre la media, dopo un inverno secco con poche nevicate, ha lasciato i ghiacci "scoperti" ed esposti al calore - e questo è un effetto visibile dei cambiamenti climatici.
Al global warming è da attribuirsi inoltre la frequenza di questi eventi, che sarebbe oggi 10 volte maggiore rispetto a un secolo fa, e certamente meno prevedibile.