Ogni droga ha effetti differenti, ma tutte sono un veleno per il cervello. Spesso può essere "solo" una questione di dose, come spiegano gli esperti della Società Italiana di Tossicologia: non di rado basta aumentarla perché un farmaco diventi un veleno, o appunto una droga. È il caso del GHB, l'acido γ-idrossibutirrico, meglio noto come "droga dello stupro", spesso nelle cronache: non è solo una sostanza d'abuso che si compra online o dagli spacciatori, ma anche un farmaco, oltre che una molecola presente naturalmente nel cervello.

Scoperto negli anni '60, il GHB è stato studiato nei decenni successivi e si è visto che somministrandolo in maniera controllata e a dosaggi ben definiti può avere effetti positivi in pazienti con disturbi del sonno e che può aiutare anche nel trattamento dell'alcolismo. Chiarisce la tossicologa Sarah Vecchio: «Anche in Italia l'Aifa ne consente l'impiego con specifiche restrizioni, per brevi periodi e nella sindrome di astinenza da alcol. Tuttavia i due piani non devono essere confusi: il GHB come droga d'abuso non "esce" dai canali della prescrizione medica, ma viene acquistato sul web o per strada».
Il liquido trasparente dal vago sapore salato e la polvere bianca da sciogliere nelle bibite non si trovano in farmacia, e non si cerca dal medico neppure l'altra categoria di consumatori di GHB "non autorizzati", i patiti del fitness: la molecola infatti stimola la produzione degli ormoni della crescita, e viene quindi utilizzata anche come sostanza dopante da chi pratica body building senza criterio. In realtà, gli effetti di GHB sul sistema nervoso centrale e sull'organismo in generale non sono ancora del tutto chiariti, e la risposta può variare non poco da persona a persona, anche a dosi di poco più elevate da quelle farmacologiche: per questo è ritenuto particolarmente pericoloso, e anche quando è utilizzato come terapia viene gestito con molta cautela dai medici.
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Per approfondire: Come agisce la droga sul cervello, di Elena Meli, su Focus 350 (dicembre 2021).